foto_2

Il pinerolese scende in piazza per la salute

In testa al corteo i 47 sindaci del pinerolese finalmente uniti per un obiettivo comune: quello di difendere la sanità pubblica locale, i Cavs di Torre Pellice e Pomaretto e soprattutto l’unico ospedale rimasto, l'”Agnelli” di Pinerolo.

Oltre ai i 47 Sindaci, presenti anche il Vescovo Pier Giorgio Debernardi ed il Moderatore della Tavola Valdese, Eugenio Bernardini.

Di fronte alla Stazione di Pinerolo, ben prima delle 15, orario previsto per l’inizio della manifestazione, erano già in molti i cittadini in attesa di formare il lungo serpentone che da Corso Torino ha poi proseguito fino all’Ospedale Agnelli.

Hanno parlato i Sindaci di Pinerolo Buttiero, di Pomaretto Breusa, di Porte Zoggia, di Scalenghe Peiretti e di Torre Pellice Cogno, in rappresentanza dei diversi territori del comprensorio.

Se dunque c’erano ancora dubbi sull’importanza delle istanze presentate dai Sindaci agli organi competenti, ASL TO3 e Regione, la risposta dei cittadini e dei loro diretti rappresentanti, amministrativi e religiosi, ha dato ulteriore voce a quanto ribadito più volte nelle sedi deputate.

Tutti hanno richiamato a gran voce l’attenzione sulla necessità inderogabile di mantenere vivo ed attivo l’Ospedale di Pinerolo, di garantire una diagnostica adeguata, uno staff medico ed infermieristico idoneo a sostenere i casi di criticità ed i posti, anche dislocati sul territorio, per la lungodegenza e la riabilitazione, che non sono retaggio di campanilismi anacronistici, ma una reale esigenza per un territorio che è già penalizzato dalla sua naturale morfologia e dalle difficoltà di collegamento viario.

Ora la parola passa a Regione e ASL TO3 in attesa di verificare se alle recenti disponibilità e alle aperture di Antonio Saitta e di Flavio Boraso, Assessore regionale e Direttore Generale, seguiranno degli interventi concreti, tali a sostenere la funzionalità dei vari servizi, riducendo tempi di attesa divenuti insostenibili e limitando il fenomeno del dislocamento di prestazione dei servizi diagnostici fuori dal territorio, verso gli ospedali di Torino Rivoli e Orbassano.

«Non chiediamo nulla di più – hanno detto i sindaci intervenuti – di quello che è nostro diritto, chiediamo semplicemente di avere gli stessi diritti e le stesse disponibilità che hanno i cittadini del torinese. Noi abbiamo una morfologia che ci penalizza e non possiamo pensare di spostarci a Torino per curarci. E non ci arrenderemo mai di fronte questo nostro diritto sacrosanto».

foto_1.png