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Una patente per gli imam

Ricevuto martedì dal ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve, il presidente del Consiglio francese del culto musulmano(Cfcm) Anouar Kbibech ha annunciato la nascita di una abilitazione per gli imam operanti in suolo francese, atta a certificare l’insegnamento di un islam tollerante e aperto al prossimo.

Come mai prima degli attentati del 13 novembre gli islamici di Francia sono sotto pressione.

Finita la retorica della vittimizzazione di una intera comunità che verrà comunque d’ora in poi sempre additata in caso di tensioni, ora il discorso dominante è quello dell’appello a prendersi delle responsabilità e a lottare concretamente contro il jihadismo.

«Il tempo dell’azione è venuto, i musulmani di Francia sapranno fare la propria parte in questa battaglia» ha affermato Kbibech, dalla scorsa estate in carica in qualità di presidente del Cfcm.

«Siamo determinati a prenderci le nostre responsabilità, e condanniamo senza appello i gruppuscoli all’origine degli attentati, che non avranno mai il sostegno degli islamici francesi».

Una prima misura tangibile di questo nuovo corso consisterà in una sorta di patentino di idoneità che il Consiglio musulmano attribuirà ai vari imam che predicano nel paese per certificarne la tolleranza e l’apertura verso il prossimo. Verranno verificate sia la formazione che il livello teologico dei vari imam, perché essi siano portatori di un messaggio di pace e di rispetto verso le leggi della Repubblica.

Le abilitazioni potranno quindi essere revocate in caso di mancato rispetto di questi parametri.

Domenica 29, nel corso di una grande riunione di tutte le federazioni islamiche di Francia che si terrà all’Istituto del mondo arabo di Parigi saranno esposte queste novità. I vari rappresentanti delle diverse anime dell’islamismo, assai differenziate sia sul piano della provenienza territoriale che delle visioni teologiche, intendono mostrare compattezza nel lottare contro l’influenza dei salafiti jahidisti che sono capaci di intercettare le frange maggiormente marginalizzate delle nuove generazioni.

La patente per gli imam è uno dei capitoli della lotta contro la radicalizzazione che ha visto inoltre l’avvio di una maggiore collaborazione fra il governo francese e quelli algerini e marocchini al fine di monitorare l’invio di predicatori adeguatamente formati, anche sui valori della laica Francia.

Al momento nulla indica che questa nuova abilitazione sarà un vincolo insuperabile per il reclutamento di nuovi imam, ma il suo mancato rispetto metterà le moschee coinvolte di fronte alle proprie responsabilità. Fossero anche di carattere giudiziario.

Foto “Grande Mosquée de Paris” by LPLTOwn work. Licensed under GFDL via Commons.