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La prima volta di Salma e le altre

Si chiama Salma bint Hizab al-Oteibi la prima donna eletta in Arabia Saudita, ultimo Paese al mondo ad estendere il suo sistema elettorale al voto femminile. Viene da uno sperduto villaggio chiamato Madrakah, a circa 150 chilometri a nord della Mecca, il luogo più sacro dell’Islam ed ha vinto superando sette uomini e due donne. 

Sabato 12 dicembre anche le donne si sono recate alle urne, il volto coperto, per esprimere la loro preferenza: e hanno potuto scegliere una donna, perché il decreto reale del 2011, voluto dal re saudita Abdullah bin Abdelaziz, morto lo scorso gennaio, permette alle donne di essere sia elettrici che elette, nella prima consultazione a suffragio universale. La separazione dei sessi, secondo la sharia, è stata mantenuta anche durante la campagna elettorale: i candidati e le candidate non hanno potuto usare fotografie per la propaganda o pronunciare discorsi di fronte a persone del sesso opposto, misura che ha colpito soprattutto le candidature femminili, visto che sul totale degli iscritti nelle liste elettorali (circa 1,5 milioni) solo 130.637 sono donne (865 in lista).

Altre venti donne sono state elette con Salma, e forse (si attendono ancora i risultati definitivi) se ne aggiungeranno ancora. Certo i margini di decisione dei consigli municipali non sono molto ampi – hanno soltanto potere consultivo e si occupano di servizi pubblici, parchi, condizioni delle strade – ma si tratta comunque di un risultato importante anche a livello simbolico, in un paese dove le donne devono essere completamente velate in pubblico, non possono guidare né hanno voce in capitolo su matrimonio, viaggi e istruzione, per cui dipendono completamente dagli uomini della famiglia. 

Images ©iStockphoto.com/ Markus Schieder