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In Baviera un prete minacciato di morte

Sono scese in piazza oltre 3 mila persone ieri nel piccolo paese di Zorneding, nella Baviera profonda, a una ventina di chilometri a est di Monaco, per esprimere solidarietà nei confronti di Olivier Ndjimbi-Tshiende, parroco della locale chiesa di San Martino, oggetto di pesanti attacchi razzisti in questi mesi. Attacchi che hanno portato il curato alla dolorosa scelta di chiedere un trasferimento per poter continuare l’ attività pastorale, come ha comunicato alla fine della messa di domenica 6 marzo. Nato nella Repubblica democratica del Congo 66 anni fa, cittadino tedesco da anni, Ndjimbi-Tshiende è entrato suo malgrado nelle colonne di cronaca dopo aver criticato un documento della Csu, ramo bavarese della Cdu, i cristiano-democratici di Angela Merkel, in cui si deplorava l’invasione dei migranti in Germania, nella cattolicissima Baviera in particolare.

Da allora, era ottobre del 2015, il clima per il curato si è fatto via via più pesante, con insulti che richiamano al peggior passato tedesco e dell’umanità in generale. A distinguersi è stato per primo un dirigente locale della Csu, tal Johann Haindl, espulso dal partito dopo avergli dato del “negro” . Da allora le minacce giunte tramite lettere anonime si sono moltiplicate, augurando Ndjimbi-Tshiende di finire i propri giorni ad Auschwitz o vomitando il peggior odio razziale.

La vicenda era ovviamente diventata di dominio pubblico, stigmatizzata anche dalle locali forze di polizia che hanno ammesso una preoccupante escalation di episodi di violenza xenofoba.

Sia l’arcidiocesi locale che le altre confessioni presenti, oltre a vari esponenti politici hanno espresso sconcerto e dolore per la vicenda, e tutti insieme hanno voluto mostrare unità contro derive estremiste sfilando fianco a fianco ieri sera in una fiaccolata che ha idealmente unito la chiesa cattolica a quella protestante presenti nel piccolo Comune a significare l’unità della intera comunità contro simili derive.

Il pastore luterano Manfred Gross ha parlato di «uomini pieni di stupidi pregiudizi, ancora oggi, quando speravamo che tutto ciò fosse alle spalle».

Intanto nei giorni scorsi è stata lanciata una petizione on line per chiedere che il prete possa rimanere a servire la parrocchia di San Martino, ed in poco tempo sono state già oltre 60 mila le firme raccolte, segnale dell’attenzione e dello sdegno che la vicenda ha suscitato.

La cittadina di Zonderling ospita una cinquantina di richiedenti asilo, inseriti nell’ampio progetto di accoglienza che la cancelliera Merkel ha messo in atto a partire dallo scorso anno, attirandosi le critiche anche da vari esponenti del proprio partito, come in qualche maniera dimostra anche questo poco edificante episodio. Ma è il generale clima di intolleranza che si torna a respirare in Germania a preoccupare, come se sotto la cenere della storia covassero in realtà rancori mal sopiti in alcune fette della popolazione, che ci si augura minoritarie, ma che vanno comunque e subito bloccate e tacitate. Le candele dei tremila manifestanti di ieri sera sono un bel segnale.

 

Foto By New10nOwn work, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14998408