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Anche i battisti inglesi divisi sui matrimoni omosessuali

La questione se celebrare o meno i matrimoni tra persone dello stesso sesso divide anche il mondo battista inglese. Il Consiglio dell’Unione battista della Gran Bretagna (Bugb), riunitosi a Swanwick, Derbyshire dal 15 al 16 marzo, ha formulato una dichiarazione nella quale si invitano le chiese membro ad astenersi dal celebrare matrimoni omosessuali.

Il documento è frutto delle riflessioni che il Consiglio dell’Unione battista ha prodotto in seguito alla normativa (the Marrige – Same sex couple – Act) che nel 2013 in Gran Bretagna ha reso legali i matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Già nel maggio 2014, la Bugb aveva ribadito «la comprensione biblica tradizionalmente accettata di matrimonio cristiano, come l’unione tra un uomo e una donna». Tuttavia, aggiungeva di riconoscere al singolo ministro la libertà di rispondere alla volontà della propria chiesa, se la coscienza lo permetteva. Dunque, la posizione del 2014 concedeva ai pastori e alle pastore la libertà di celebrare i matrimoni fra persone dello stesso sesso.

Anche la dichiarazione scaturita dal recente incontro ribadisce e raccomanda alle chiese dell’Unione la comprensione storico-biblica del matrimonio come unione tra un uomo e una donna, e cita la Dichiarazione di Principio dell’Unione battista, secondo la quale ogni chiesa locale può prendere le proprie decisioni «sotto la guida dello Spirito Santo». Ma il Consiglio, ben sapendo che la questione sta creando disaccordo sincero e profondo tra le diverse posizioni, sollecita «umilmente le chiese che stanno considerando lo svolgimento di matrimoni omosessuali di astenersi dal farlo nel rispetto reciproco. Allo stesso tempo, sollecitiamo anche umilmente tutte le chiese a rimanere impegnate per la nostra Unione nel rispetto reciproco; confidando che quello che ci unisce è più forte di ciò che ci divide».

Nella sua lettera di accompagnamento alla dichiarazione, il segretario generale della Bugb, la pastora Lynn Green, scrive: «Sono consapevole che molti accoglieranno favorevolmente questa affermazione e sono ben consapevole anche che per alcuni essa sarà motivo di grande dolore e preoccupazione (…) ma siamo convinti che dobbiamo sostenerci l’un l’altro nell’umiltà, nell’amore e nella grazia di Cristo in modo da andare avanti insieme».

Il pastore battista Steve Chalke, che più volte è intervenuto a sostegno del matrimonio tra persone dello stesso sesso, ha detto a Christian Today: «Camminare insieme nell’unità non è mai la stessa cosa di camminare insieme nella uniformità. Se l’unità si basa sulla uniformità essa è una forma molto debole di unità». E ha poi aggiunto che l’ecclesiologia battista, che consente un ampio grado di autonomia alla chiesa locale, ha permesso ad ogni congregazione battista di essere una «risposta orante ai bisogni della comunità locale».

Come già sta accadendo nel mondo anglicano, la questione sulle benedizioni dei matrimoni di persone dello stesso sesso pare stia minacciando l’unità dell’Unione battista inglese, nella quale la maggior parte delle chiese sono teologicamente conservatrici. Certamente, per non venir meno ai principi del congregazionalismo e della libertà di coscienza, cari al battismo, il Consiglio riconosce di non poter impedire ai singoli pastori e alle singole chiese di poter celebrare matrimoni omosessuali, ma l’invito contenuto nella dichiarazione ad asternersi dal farlo, senza dubbio rafforza la posizione conservatrice.

Foto: istockphotoo.com, di FabioBalbi