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Fra passato e presente, la Convention Ghanese di Pasqua: una nostra tradizione

A Casalmaggiore, nei pressi di Vicobellignano (Cr) si è svolta domenica 20 marzo 2016 l’annuale Ghanaian Easter Convention, il raduno dei gruppi metodisti e presbiteriani ghanesi delle Chiese metodiste e valdesi del centronord, accompagnati dai pastori e dai sovrintendenti di Circuito. Infatti i gruppi che si sono dati appuntamento per celebrare insieme la domenica delle palme provenivano dalle Chiese del Veneto, del Friuli Venezia Giulia, della Lombardia e dell’Emilia Romagna. Fra i partecipanti naturalmente non vi erano solamente fratelli e sorelle originari dal Ghana: era presente una nutrita delegazione italiana, in particolar modo dalla Chiesa valdese di Verona e metodista di Parma- Mezzani.

Da alcuni anni si proponeva la sede di Casalmaggiore, perché già a Vicobellignano era presente una Chiesa metodista, nata come numerose altre e quella di Mezzani in particolar modo dalla predicazione dei primi missionari metodisti inglesi durante le ultime fasi del Risorgimento. La Chiesa di Vicobellignano si è estinta circa 40 anni fa. Oggi però un nuovo gruppo metodista si è formato a Casalmaggiore, sulla scia del progetto Mezzani-Secondo Distretto ed è parte della diaspora della Chiesa metodista di Parma – Mezzani con cui condivide il percorso di Essere Chiesa Insieme.

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Ed è l’atmosfera di condivisione della Parola, di gioia per l’annuncio dell’Evangelo e di testimonianza che si è vissuta insieme durante la Covention. Il culto è stato presieduto dal pastore George Ennin che ha predicato sul testo di Luca 24 (1-12). Ennin ha ripreso una metafora dalla vita quotidiana del Ghana. L’instabilità della fornitura di corrente elettrica (a causa di una rete di distribuzione non perfetta o di un eccessivo utilizzo in determinati momenti) determina improvvisi spegnimenti e/o accensioni della luce nelle case. Questo fatto ha favorito la diffusione di una nuova parola fra la gente, nata per fusione delle due parole spegnimento e accensione: dum-sor (la r finale quasi non si pronuncia). Dall’uso quotidiano di questo neologismo si può comprendere come le persone in Ghana siano legate a questi eventi imprevedibili, che suscitano ora rabbia o irritazione per l’improvvisa mancanza di corrente elettrica e dunque di luce e di gioia per il ripristino del servizio e dunque il ritorno della luce. Il bello di questo ricordo è la possibilità di condividere qualcosa della propria cultura con gli altri/le altre: come le due esclamazioni o tonalità di Oh che le persone in Ghana pronunciano all’improvviso spegnimento-accensione della luce. Il primo Oh generalmente di fastidio, il secondo di riconoscenza e stupore per il ripristino del servizio. Ed è bello poter ricercare assonanze con il nostro vissuto culturale, perché ricordi simili sono presenti nella memoria delle nostre famiglie italiane (risalenti ad esempio alla seconda guerra mondiale). Ma la forza e l’attualità di una simile metafora sta nella gioia/stupore della persona al ritorno della luce, che rimanda alla gioia e allo stupore della scoperta da parte delle donne, che il sepolcro del Signor Gesù è vuoto! Che le Parole del giovane Maestro strane ed incredibili si sono avverate così come Egli aveva pre-annunciato e come la Scrittura aveva predetto. Il pastore Ennin ha proseguito il sermone focalizzandosi sull’annuncio evangelico alle donne accorse alla tomba del Maestro e sulla figura di Maria Maddalena in particolare.

L’animazione musicale è stata impeccabile grazie alla presenza del Mass Church Choir, costituito con i membri componenti le corali locali. In particolar modo è stata partecipata e sentita l’animazione musicale che ha accompagnato l’inno Jesus lives!, dove sulle note dell’Alleluia finale si sventola tutti insieme un fazzoletto bianco.

Sono intervenuti al momento dei saluti il moderatore, past. Eugenio Bernardini, che ha ringraziato i gruppi per il loro impegno nella vivace testimonianza dell’Evangelo, e la presidente dell’Opera per le Chiese evangeliche metodiste, diacona Alessandra Trotta, che ad agosto concluderà il suo mandato. È stata anche un’occasione per salutarla e ringraziarla per il suo ministero. Erano presenti inoltre per la Tavola valdese la sorella Greetje Van Der Veer e per l’Opcemi Richard Kofi Ampofo che ha curato l’organizzazione dell’evento insieme al Team service di Casalmaggiore e di Mezzani.

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Una Ghanaian Convention è soprattutto questo: un momento di incontro e condivisione della Parola e di preghiera comunitaria, dove le famiglie e i gruppi dispersi nella “diaspora italiana” si incontrano e testimoniano insieme la fede e l’appartenenza all’unico Signore.

L’essere insieme per condividere e testimoniare l’Evangelo nella campagna lombarda a pochi chilometri dal fiume Po mi ha ricordato i raduni evangelici e le agapi a cui i miei genitori mi portavano da piccolo. Penso all’agape di fine estate, che si teneva a San Marzano Uliveto, che richiamava gli evangelici dispersi fra Liguria e Piemonte e alla festa che seguiva e che animava il giardino di bambini e bambine urlanti. Così è oggi la Ghanaian Easter Convention: momento di incontro con la Parola di Dio, incontro fra fratelli e sorelle (non solo ghanesi e non solo italiani) di preghiera comunitaria e di condivisione della Parola come del pane e del vino!