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Chiese e omosessualità: a Edimburgo il dibattito prosegue

L’Assemblea generale della Chiesa di Scozia (Edimburgo, 21-27 maggio) si è espressa a favore della consacrazione di ministri di culto uniti in matrimonio con persone dello stesso sesso. La decisione è stata presa nel primo giorno di lavori, con 339 voti favorevoli e 215 contrari. Un risultato che conferma sostanzialmente la votazione dello scorso anno quando i presbiteriani scozzesi avevano approvato, con le stesse proporzioni di quest’anno, la possibilità di consacrare ministri uniti in unioni civili. «Il Rubicone lo abbiamo passato lo scorso anno – ha commentato John Chalmers, Principal Clerck della chiesa -. Il voto di quest’Assemblea si è reso necessario per adeguare le decisioni della chiesa a quelle del Parlamento scozzese» che solo recentemente ha legalizzato i matrimoni omosessuali.

Seguendo le linee della mozione del 2015 sulle unioni civili omosessuali, anche questa ulteriore decisione dell’Assemblea non cambia la definizione tradizionale di matrimonio come un’unione tra un uomo e una donna. «Il dibattito assembleare è stato chiaro su questo punto – ha precisato Chalmers -: la definizione teologica del matrimonio non cambia, né viene consentito a pastori e pastore di celebrare unioni gay. La decisione lascia invece libere le chiese locali di scegliere come proprio pastore un uomo o una donna unito in matrimonio con una persona dello stesso sesso». Gli aspetti teologici legati al matrimonio omosessuale saranno invece portati all’ordine del giorno dell’Assemblea generale del 2017, quando il Forum teologico della chiesa di Scozia, organo consultivo presieduto dal teologo Iain Torrence, presenterà un proprio documento sulla questione. Il dibattito – che nel passato ha avuto anche toni aspri, tanto che per un periodo l’Assemblea generale aveva addirittura proibito ai pastori di rilasciare alla stampa dichiarazioni sul tema – è dunque destinato a proseguire.

L’Assemblea generale dei presbiteriani scozzesi ha visto la presenza di Nicola Sturgeon, nella sua qualità di primo ministro scozzese, e di Lord Hope di Craighead, rappresentante di Elisabetta II, che ha letto un messaggio nel quale la regina ha sottolineato l’impegno sociale della Chiesa di Scozia. L’Assemblea ha proceduto all’insediamento del nuovo moderatore, il pastore Russel Barr, che succede in questo incarico annuale al pastore Angus Morrison. Barr è, tra l’altro, il fondatore di Fresh Start, un ente benefico che si occupa dei senza fissa dimora. Tra gli ospiti, c’è attesa per la partecipazione dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, che interverrà nel dibattito sulla Dichiarazione di Colombano che impegna la Chiesa d’Inghilterra e la Chiesa di Scozia verso un comune riconoscimento e una maggiore unità visibile. Tra gli altri temi in discussione, l’Unione europea, le punizioni corporali sui bambini, il cambiamento climatico, la crisi dei profughi e l’uso dei social media nella chiesa.

Foto via Facebook