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Solidarietà e dolore per le vittime della strage di Orlando

Con il passare delle ore dalla tragedia di Orlando (Florida) che ha sconvolto gli Stati Uniti e il mondo intero, arrivano le prime dichiarazioni ufficiali di organismi di chiese e di organizzazioni musulmane.

Il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, ha espresso «shock, indignazione e tristezza» per i tragici eventi avvenuti nella notte del 12 giugno scorso. «I miei pensieri e le preghiere vanno soprattutto alle famiglie, agli amici e alle persone care delle vittime, ai feriti, e a tutta la comunità colpita da questo spaventoso attacco».

Soffermandosi sul fatto che l’attacco ha avuto luogo in un locale notturno frequentato da lesbiche, gay, bisessuali e transessuali, e che il delitto può essere stato motivato almeno in parte dal background religioso dell’assassino, Tveit ha fatto appello «a tutte le persone di fede e di buona volontà di unirsi nel rifiutare chiaramente e categoricamente la violenza contro le persone sulla base del loro orientamento sessuale, a prescindere dalle diverse prospettive religiose riguardanti l’omosessualità».

Il Consiglio Nazionale delle Chiese di Cristo negli Stati Uniti deplora la violenza delle armi, i crimini d’odio e il terrorismo: «tutte forme di violenza che si sono riunite insidiosamente in questo incidente».

«Non ci sfugge che il tiratore fosse un musulmano, e alcuni possono erroneamente cercare di etichettare i musulmani come persone violente in generale. Noto, a quanto pare, per non essere particolarmente religioso, i rapporti indicano che fosse mentalmente instabile e influenzato dal tipo di odio che è antitetico alla fede genuina. Nessuna persona di fede può infatti realizzare un tale atto di violenza e rivendicare autenticamente di farlo in nome della propria fede. I nostri amici musulmani condividono questa stessa convinzione».

Sottolineando inoltre che l’assalto – pur prendendo di mira specificamente la comunità LGBTQ – colpisce l’intera società che afferma coraggiosamente che le persone con diverse credenze, prospettive e background possono concorrere alla costruzione di una nazione forte, il CnccUsa aggiunge che quando l’incapacità di gestire le differenze cede alla violenza, l’impegno sociale civile arretra.

Anche Religioni per la pace USA, che raccoglie una cinquantina di comunità religiose nazionali, ha inviato sentite condoglianze alle vittime dell’attentato. «Noi stiamo soprattutto con le persone LGBTQ che erano il bersaglio di questo degenerato attacco. Non ci sono scuse per una tale brutalità». Tali attacchi, si legge nel comunicato, esigono una scelta difficile: imitare l’odio o impegnarsi coraggiosamente per superarlo. Religioni per la pace Usa non ha dubbi che la risposta sia «diventare tutti operatori di pace ora». Infatti, violenza chiamerà altra violenza in una spirale infinita. Invece, «occorre impegnarsi per un futuro nel quale le catene della sofferenza e della violenza siano spezzate. (…) Ciò richiede di superare le differenze umane – religione, razza, nazionalità e identità sessuale – per onorare e proteggere la vita, l’umanità e la dignità di tutti».

Sul brutale attacco di Orlando è intervenuta anche la Chiesa episcopale metodista africana che un anno fa sperimentò analogo dolore per l’uccisione di 9 membri di una delle sue congregazioni: la Emanuel African Methodist Episcopal Church di Charleston, Sud Carolina.

«L’attacco di ieri ci rammenta che il razzismo e l’odio sono parte della vita americana. (…) Il rifiuto da parte della nazione della realtà del razzismo e di quanto pervasivo esso sia ha causato polarizzazione e rabbia». E la negazione, alimentata dalla leadership politica, non fa bene agli Stati Uniti. Soffermandosi sulla lobby delle armi – la più potente negli Usa – l’African Methodist Episcopal Church afferma: «Continueremo a lottare contro il razzismo e a cercare di ottenere che la nazione formuli una riforma della legge sulle armi».

Virginia Holmstrom, direttore esecutivo dei Ministeri femminili dell’American Baptist Churches Usa, ha affermato: «Soffro per le madri, i padri, le famiglie e gli amici di quelle persone care che sono state uccise e ferite in Orlando da un sicario armato di odio. Soffro per il facile accesso alle armi d’assalto nella nostra nazione. Soffro per i giudizi che lasceranno spazio all’islamofobia e all’omofobia. Questo giorno mette alla prova la fede del popolo di Dio. Martin Luther King, Jr., disse, “l’oscurità non può scacciare le tenebre; solo la luce può farlo. L’odio non può scacciare l’odio; solo l’amore può farlo”. Questo è il giorno per spezzare il ciclo perpetuo di violenza con la luce e l’amore di Cristo. Che possa cominciare con te e con me».

L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, in una dichiarazione congiunta con l’arcivescovo di York, John Sentamu, ha dichiarato: «Dopo l’attacco di domenica a Orlando come cristiani dobbiamo sostenere le persone LGBTQ, che sono diventati l’ultimo gruppo ad essere brutalmente preso di mira dalle forze del male. (…) Opporsi a questi atti di persecuzione, e sostenere le persone LGBTQ, ampiamente e crudelmente uccise e ferite, in lutto e traumatizzate, sia in Orlando che altrove, è un appello al nostro discepolato cristiano, che nasce dalla certezza incrollabile dell’amore misericordioso di Dio per ogni essere umano. È il tempo della solidarietà. Che Dio nostro Padre possa dare grazia e conforto a tutti gli afflitti, e misericordia a tutti noi».

Sul versante musulmano, il Consiglio delle organizzazioni musulmane degli Stati Uniti (Uscmo), la più grande coalizione di organizzazioni musulmane locali e nazionali, ha espresso il suo orrore per la sparatoria e le sue condoglianze più profonde e sentite alle famiglie delle vittime.

L’attacco, nel quale più di 50 persone sono state uccise e almeno lo stesso numero ferite, viene definito «un affronto a tutte le minoranze». Rifiutando ogni forma di violenza commessa nei confronti di qualsiasi gruppo, indipendentemente dal credo religioso, colore o orientamento sessuale, il Consiglio esprime la sua ferma condanna per «questi atti efferati da parte di individui o gruppi che non hanno alcun rispetto per la sacralità della vita umana», ha detto Oussama Jammal, segretario generale dell’Uscmo.

Il diritto di vivere liberi dalla violenza e dalle intimidazioni è un diritto umano fondamentale che deve essere difeso senza condizioni. Il Consiglio delle organizzazioni musulmane degli Stati Uniti sollecita la comunità musulmana di Orlando, in Florida, a donare sangue e a raggiungere i feriti e le famiglie delle vittime.

Anche la Società islamica del Nord America (Isna) ha espresso la sua indignazione per l’orribile attacco ad Orlando, e solidarietà alle vittime. «L’Isna – scrive il presidente Azhar Azeez – invia le sue condoglianze e le preghiere alle famiglie delle vittime. Noi chiediamo alla comunità di stare unita contro tutti gli atti di violenza».

La Società islamica ha inoltre incoraggiato i propri membri a rispondere ai bisogni immediati delle famiglie in lutto, e ai membri in Florida di donare sangue alle vittime della sparatoria.

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