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Lione: la creazione di un centro culturale musulmano fa discutere

Un milione di euro per la creazione dell’Institut français de civilisation musulmane di Lione: è quanto ha dato il Comune, ma ancora non basta a raggiungere la cifra necessaria di 8 milioni. Infatti il progetto, sostenuto anche dallo Stato con un altro milione di euro, non gode invece del contributo della Regione: le polemiche sull’opportunità di costituire il Centro pesano sul tavolo del finanziamento di un’opera che era stata promessa nel lontano 1981 da Valéry Giscard d’Estaing. 35 anni e i lavori sono appena all’inizio.

L’arcivescovo di Lione, il cardinale Philippe Barbarin, e il presidente del consiglio del Concistoro della Chiesa protestante unita di Lione, Étienne Tissot, hanno invece manifestato il loro sostegno al progetto, ricordando che esistono già in città l’Eccly, l’Espace culturel du christianisme, e un centro omologo per la cultura ebraica, l’Espace Hillel.

«Per noi la creazione di un centro di cultura musulmano è una questione di giustizia – spiega padre Christian Delorme, delegato episcopale per le relazioni interreligiose, intervistato da La Croix – ed è anche un modo per rispondere al pericolo dei terroristi “made in Francia”, un sistema per controbilanciare il radicalismo di quelli che rivendicano l’appartenenza a una religione che in realtà comprendono appena». Gli attentati del 2015 hanno d’altronde fatto emergere la necessità, per tutti, musulmani e non, di conoscere meglio l’Islam.

«Sono persuaso che i conflitti vengano dall’ignoranza e dalla paura dell’altro – gli fa eco Étienne Tissot – questo tipo di Centro permette proprio di superare questa ignoranza. Questo è uno degli elementi che consentono di elaborare un islam alla francese, adattato ai valori della Repubblica».

C’è chi vede nel finanziamento pubblico dell’opera un attacco ai valori della laicità e chi invece teme le sovvenzioni dall’estero, in particolare dall’Algeria e dall’Arabia Saudita. Non sarebbe comunque la prima volta: già la grande moschea di Lione, eretta nel ’94, è stata finanziata in gran parte dalla famiglia reale saudita, ed è oggi – rimarca padre Delorme – «un bell’esempio di islam “alla francese”».

Per rassicurare i cittadini, l’associazione promotrice del progetto ha accettato che dei rappresentanti di Stato e Comune facciano parte del consiglio di amministrazione.

L’Institut français de civilisation musulmane, di cui è stata posata la prima pietra nel maggio scorso, a fianco della moschea, nell’ottavo arrondissement, dovrebbe essere inaugurato all’inizio del 2018.

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