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Si discutono in Svizzera le relazioni Cec-Vaticano

Si è aperto il 12 settembre e proseguirà fino al 17 l’incontro del “Gruppo di lavoro congiunto” tra il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (Pcpcu) e il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec). A moderare il Gruppo di lavoro riunito in Svizzera, presso l’Istituto ecumenico di Bossey, sono il metropolita Nifon di Târgoviște, rappresentante della Chiesa ortodossa romena e l’arcivescovo cattolico di Dublino, monsignor Diarmuid Martin, entrambi coadiuvati da un membro del comitato centrale del Cec. Nell’agenda dei cinque giorni figurano le relazioni interreligiose, la questione dei rifugiati e dei migranti, l’impegno su pace, giustizia e salvaguardia del creato. Focus specifici saranno dedicati alle recenti esortazioni apostoliche di papa Francesco (“Evangelii Gaudium”, “Amoris Laetitia”, “Laudato sì”), mentre ulteriori riflessioni verteranno su missione ed evangelizzazione, matrimonio e famiglia e sviluppi del cammino ecumenico.

Istituito nel 1965, a seguito del Concilio Vaticano II, da più di cinquant’anni il Gruppo di lavoro congiunto (composto da 10 rappresentanti Cec e 10 nominati dal PCPCU) garantisce continuità alla cooperazione tra il Cec e la Chiesa cattolica, che non è membro dell’organismo ecumenico. Nel 2015, in occasione del cinquantesimo incontro annuale, papa Francesco ha inviato un messaggio al segretario generale del Cec Olav Fykse Tveit, esortando il Gruppo di lavoro a «divenire sempre più un ‘gruppo di esperti’, aperto a tutte le opportunità e alle sfide che le chiese devono oggi affrontare per accompagnare l’umanità sofferente nel cammino verso il Regno, permeando la società e la cultura delle verità e dei valori del Vangelo».

Immagine: via pixabay.com