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Dialogo tra culture, a fumetti

È in corso a Cagliari il festival Nues. Fumetti e cartoni nel Mediterraneo che quest’anno si pone come obiettivo quello di indagare l’esistenza di un immaginario comune tra paesi diversi. Artisti italiani e stranieri si radunano nella città sarda per raccontare e disegnare storie che possano unire le culture dal nord Africa all’Europa. Nues è nato nel 2008 e da sempre ha voluto usare il fumetto per parlare di temi diversi che riguardano la cultura mediterranea e, attraverso questo mezzo, veicolare discorsi e affrontare problemi e riflessioni legati a un’area molto ricca di cultura che necessita di confronto costante. Bepi Vigna ne è il direttore artistico.

C’è una tradizione consolidata del fumetto in Sardegna?

«Si, Cagliari fin dagli anni ’20 e ’30 è un centro dove la grafica applicata, dall’incisione all’illustrazione, si è sempre difesa bene con un’importanza a livello europeo. Nel campo del fumetto abbiamo avuto grandi disegnatori come Aurelio Galleppini o Giovanni Manca che. per il Corriere dei Piccoli degli anni ’30, aveva creato il personaggio Pier Cloruro de’ Lambicchi. Sul piano della narrativa per immagini questa città e quest’isola hanno sempre detto la loro, forse anche perché non ci sono grandi accademie artistiche e si rimane un po’ emarginati dal mercato dell’arte, per cui è stato più facile lavorare per riviste o nella grafica editoriale».

Anche nel rapporto con differenti culture la Sardegna ha una storia importante…

«La Sardegna è sempre stata un crocevia di rotte, un incrocio di culture. Abbiamo una storia antica ricchissima, forse non ancora scoperta e valorizzata: la civiltà nuragica si sviluppa intorno al 1800 a.C., nello stesso periodo in cui brillava la civiltà egiziana. Questo bagaglio storico che negli ultimi anni è stato riscoperto con molto interesse, soprattutto qui in Sardegna, diventa anche narrazione. Proprio noi del centro internazionale del fumetto di Cagliari abbiamo curato, alcuni anni fa, una collana di storia della Sardegna a fumetti che raccontava in maniera suggestiva e con i canoni del racconto avventuroso la storia di questa terra. Quello che noi vogliamo fare col festival Nues è proprio questo: ritornare, anche sul piano culturale, al centro del Mediterraneo. Vogliamo continuare quella vocazione che l’isola ha sempre avuto di essere un crocevia di popoli e di culture, in questo caso attraverso il fumetto che è un mezzo espressivo straordinario che in questi ultimi anni anche nel Maghreb e nel medio oriente arabo ha un’importanza enorme per tradurre quelle che sono le complesse dinamiche della realtà sociale di quei paesi».

Il fumetto è un mezzo efficace come divulgatore di temi sensibili?

«La straordinarietà del fumetto è proprio la sua immediatezza. Ma c’è un altro aspetto che ci affascina di questo strumento espressivo: il fatto che è un codice complesso, un linguaggio articolato che forse proprio per questa ibridità può permettere meglio di rappresentare la complessità contemporanea. Noi ce ne siamo resi conto molto bene lo scorso anno, la nostra mostra che avevamo allestito aveva come sottotitolo “Nuvole dal fronte” ed era dedicata alle guerre e ai conflitti, non solo quelli internazionali e agli effetti che generano, come le migrazioni, ma anche a quei conflitti che riguardano il nostro quotidiano; abbiamo anche parlato di violenza sulle donne e di temi meno internazionali. Naturalmente abbiamo presentato tantissime graphic novel e ci siamo resi conto che il fumetto, in questo momento forse più della letteratura, riesce a interpretare certi fenomeni e problemi, affrontandoli ed analizzandoli in maniera compiuta».

In che modo viene coinvolta la città?

Cagliari è stata l’ispirazione. C’è una leggenda che narra di come angeli e demoni si combattano sopra il cielo delle città; leggende che si legano a miti del passato più arcaico che coinvolgono la figura della dea Astarte e che poi sono stati inglobati dal cristianesimo. Infatti Cagliari si affaccia sul Golfo degli Angeli e lo skyline della città è caratterizzato dalla Sella de Diavolo; basta salire su questo promontorio per capire che è un luogo emblematico per parlare di armonia e bellezza della natura. Abbiamo prodotto un fumetto che si chiama I custodi del Golfo, disegnato da Stefania Costa e colorato da Laura Congiu, proprio per raccontare di come Cagliari e la Sardegna siano la stratificazione di culture millenarie».

Immagine: By Martin Kraft, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=30637342