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«Corridoi umanitari»: 400 rifugiati «volano» in Italia

Sono atterrati questa mattina all’aeroporto di Fiumicino 72 rifugiati grazie ai Corridoi umanitari”. Domani all’alba ne arriveranno altri 56 e dunque saranno 400 le persone giunte in Italia fino ad oggi con un regolare volo di linea e munite di visto umanitario, grazie al progetto pilota in Italia e in Europa dei «Corridoi umanitari» promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), dalla Comunità di Sant’Egidio e sostenuto dalla Tavola valdese.

In conferenza stampa, all’aeroporto romano, per accogliere gli ospiti siriani giunti dal Libano si sono dati appuntamento il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il fondatore della Comunità di sant’Egidio Andrea Riccardi, il presidente della Fcei, pastore Luca Maria Negro, Filippo Bubbico, viceministro degli Interni e la responsabile dell’Otto per mille valdese Susanna Pietra.

«Pochi giorni fa è nata a Torino la prima figlia dei “Corridoi umanitari” e si chiama Shamsa, “raggio di sole” nata da una coppia di siriani arrivata dal Libano a Fiumicino, tra i primi arrivi, e dove ora ci troviamo – ha dichiarato stamane a Riforma.it il presidente della Fcei, pastore Luca Maria Negro – per questo nuovo arrivo di profughi grazie al progetto ecumenico dei Corridoi; una buona pratica e un esempio ad oggi unico e pilota, ma auspichiamo, replicabile. Shamsa è un “raggio di sole” nel buio di una guerra che continua a mietere vittime in tanti, troppi paesi; un “raggio di sole” nella tempesta delle tragedie che continuano a perpetrarsi nel “mare nostrum”. Con gli arrivi di oggi e di domani saranno 400 i soggetti vulnerabili strappati al racket dei trafficanti e che, grazie ai Corridoi umanitari, hanno intrapreso un percorso di integrazione che ha già visto alcuni rifugiati trovare lavoro o iscriversi all’università». «Quattrocento sono una goccia nell’oceano – ha detto ancora il pastore Negro – per questo, come promotori dell’iniziativa insieme alla Comunità di Sant’Egidio e alla Tavola valdese, non ci stanchiamo di chiedere alle chiese sorelle all’estero di tentare di replicare il progetto. Oggi siamo lieti di annunciare che sono in corso trattative avanzate sia in Francia e in Olanda, mentre in Germania e in Svizzera è stato dimostrato vivo interesse per l’iniziativa. Un grazie voglio rivolgerlo a tutti coloro che hanno sempre sostenuto l’iniziativa: dal Governo italiano alle associazioni alle comunità che, ovunque, nei luoghi in cui i nostri rifugiati sono accolti, si prodigano per sostenere e facilitare il processo di integrazione».

«Nell’Europa di oggi – ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in conferenza stampa – non si può essere figli di un paese solo. Il messaggio di questa iniziativa è un messaggio rivolto a tutta l’Europa è un messaggio di un paese, come l’Italia, che profonde il suo impegno per tutta l’Europa. Questa è la nostra idea di civiltà. Un sentiero sperimentale quello dei Corridoi, ma certamente importante. Questo lavoro continuerà ma ha bisogno di essere sostenuto e condiviso».

In conferenza Andrea Riccardi ha aggiunto che «Sono anni che guardiamo la guerra in Siria e contempliamo la nostra impotenza. I Corridoi sono una risposta della società italiana».

Susanna Pietra ha infine ribadito l’impegno della Tavola valdese, perché questo progetto dimostra che «un’altra politica è possibile; una politica dal volto umano».

Sono molti i minori arrivati nel gruppo di stamane insieme alle loro famiglie: «spesso i minori sono accompagnati solo dalle madri – ha detto Cesare Zucconi della Comunità di sant’Egidio, all’alba di stamane all’aeroporto – ed è arrivato anche un gruppo di persone provenienti da Aleppo», tutti cristiani in questo caso.

«Oggi è una bella giornata – ha ricordato anche Francesco Piobbichi, l’operatore di Mediterranean Hope della Fcei che ha accompagnato il gruppo dal Libano all’Italia –. Profughi dalla guerra arrivano in Italia per esercitare il diritto d’asilo. In sicurezza. Senza mafie che lucrano, senza emergenza. Questi profughi siriani nelle loro valigie portano la loro dignità» .

Foto Nicola Pedrazzi, Nev