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Mediterranean Hope. La Casa delle Culture di Scicli compie 2 anni

La “Casa delle Culture” di Scicli ha compiuto due anni. Era il 12 dicembre 2014 quando Mediterranean Hope (MH), il progetto sulle migrazioni della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), entrava in una nuova fase, aprendo a Scicli, in provincia di Ragusa, la “Casa delle culture”: un luogo non soltanto di accoglienza e integrazione ma di scambio culturale aperto alla cittadinanza. Nel giorno del secondo compleanno, la soddisfazione di chi ci lavora è grande. «E’ una splendida esperienza – ha dichiarato il pastore della chiesa metodista di Scicli Francesco Sciotto – e lo è perché l’avevamo immaginata proprio così: un posto per chi transita ma anzitutto un luogo della città. La Casa delle Culture non è soltanto un centro di accoglienza, e non è soltanto un’attività delle chiese, direi che con il tempo è divenuto un punto di riferimento per gli sciclitani. I rapporti con la prefettura di Ragusa, con la questura e con i vari enti pubblici con cui ci interfacciamo, tra cui l’hotspot di Pozzallo, sono stati sin dall’inizio molto proficui, ma oggi sono i cittadini stessi ad aspettarsi tanto da noi». Emozionate anche le parole dell’operatore Piero Tasca, a Scicli sin dall’inizio dell’esperienza: «Siamo riusciti tutti insieme a far apprezzare quello che facciamo, a creare collaborazioni importanti, per esempio Terre des Hommes e Oxfam, a ideare un percorso di ripartenza per persone estremamente fragili; tutto questo ti gratifica e ti rende orgoglioso. Ma una giornata alla Casa delle Culture è un’esperienza che va oltre il lavoro: il sorriso che ti donano quei ragazzi, nonostante abbiano attraversato di tutto, nonostante la loro giovane età e la loro condizione, è qualcosa che non si dimentica. Sono loro le persone che giorno dopo giorno ringrazio, perché mi stanno insegnando a vedere la vita da un punto di vista diverso».

A due anni dalla sua fondazione sono passate dalla Casa 613 persone, 552 delle quali erano minori stranieri non accompagnati. «In media – ha spiegato Tasca all’agenzia Nev – abitano la Casa tra le 20 e le 25 persone, ma abbiamo avuto picchi di 40 posti letto. La permanenza varia caso per caso, oscilla tra i quindici giorni e i tre mesi. Dal gennaio di quest’anno sono state accolte 180 persone, di cui 152 erano minori».

La Casa delle Culture di Scicli è sostenuta dall’8 per mille delle chiese metodiste e valdesi e, per alcune attività, dalla Chiesa evangelica della Westfalia. Questa è solamente uno dei pilastri di MH, un progetto Fcei che oltre a promuovere i “corridoi umanitari” ha aperto un osservatorio permanente sulle migrazioni sull’isola di Lampedusa e un Relocation Desk a Roma.

Immagine di di Paolo Ciaberta