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Lo sfregio della memoria

Dante Coen era nato nel 1910. Arrestato a Milano in quanto ebreo nel luglio del 1944 venne deportato prima ad Auschwitz e poi a Buchenwald, dove trovò la morte il 4 aprile 1945, a poco più di un mese dalla fine del secondo conflitto mondiale e dello svelamento al mondo degli orrori dei campi di sterminio.

Lo scorso venerdì Dante Coen è stato ucciso un’altra volta, e con lui la dignità di questo paese. Il giorno prima, il 19 gennaio, davanti a quella che era stata la sua abitazione fino a quel 26 luglio 1944, era stata posata dall’artista Gunter Deming una “Pietra d’inciampo”, insieme ad altre 5 a memoria di altre 5 persone deportate e uccise. Sono le prime Stolpersteine, pietre d’inciampo per l’appunto, installate a Milano dall’artista tedesco, che ne ha disseminate già oltre 56 mila in tutta Europa, molte anche in Italia. Un monumento diffuso che colpisce come uno schiaffo, riporta i passanti per un istante ad un tempo non troppo distante, in cui le nostre strade, le nostre piazze erano terreno di caccia di chi aveva una fede o un orientamento sessuale non graditi alle follie dei vertici. Alla cerimonia di posa erano presenti anche molti cittadini, compreso il sindaco Giuseppe Sala, che ha immediatamente definito «lo sfregio un gesto inaccettabile. Milano non si piegherà mai di fronte alla violenza di chi vuole cancellare le nostre radici».

Nella notte fra venerdì e sabato ignoti vandali hanno imbrattato la pietra dorata che riporta i dati sintetici di Dante Coen, collocata davanti alla sua casa di via Plinio, macchiandola di nero e rendendo illeggibili le scritte.

Il mattino dopo l’amara sorpresa per i passanti e per i parenti di Coen, che immediatamente si sono attivati per la pulizia della targa, prima di denunciare l’episodio alla polizia. Episodio che avviene a pochi giorni dal 27 gennaio, da quella giornata della Memoria voluta proprio per non dimenticare gli orrori del nazifascismo ai danni in particolare della popolazione ebraica.

Dante Coen faceva parte di una famiglia numerosa e a sua volta era padre di 5 figli nel momento in cui venne arrestato, dopo esser sfuggito varie volte alle guardie spostando spesso la propria residenza.

Reazioni indignate si sono registrate immediatamente fra privati cittadini e associazioni, e pronta si è attivata l’organizzazione di una manifestazione di solidarietà che avrà luogo sabato 28 gennaio alle 15.30, con ritrovo in piazza Lima per poi spostarsi in via Plinio 20 davanti all’abitazione di Dante Coen. Da qui, in compagnia della figlia Ornella si camminerà fino al memoriale della Shoah, il famigerato binario 21 della stazione centrale di Milano.

Esiste il triste precedente datato 2010 dell’imbrattamento della pietra d’inciampo collocata a Roma in piazza Rosolino Pilo a memoria della deportazione della famiglia Terracina. Qui i colpevoli non sono mai stati scoperti. Sorte diversa per due giovani austriaci che nel 2015 vennero condannati a ben 5 anni di reclusione dopo che si appurò il loro ruolo nella devastazione delle pietre d’inciampo collocate nella città di Salisburgo. Una punizione esemplare. Ma prima i colpevoli vanno individuati. Sperando vi sia la volontà reale di farlo.