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Unioni dei Comuni: piccolo è meglio

All’inizio dell’anno la Regione Piemonte ha pubblicato la graduatoria del bando 2016 per l’assegnazione dei contributi a sostegno delle Unioni dei Comuni che svolgono significativa attività associativa per un ammontare di 4.716.000 euro, due dei quali derivanti da fondi statali e il resto dalla stessa Regione.

La graduatoria ha tenuto conto di due fattori: da un lato il numero di comuni che che compongono le rispettive Unioni, dall’altro le funzioni ritenute fondamentali che questi enti hanno deciso di condividere. Nello specifico si è dato grande peso all’accorpamento dei servizi di gestione finanziaria e contabile, urbanistica e pianificazione, edilizia scolastica, servizi pubblici di interesse generale, servizi sociali, Polizia Municipale, protezione civile e servizi di statistica. «La logica di distribuzione – spiega Aldo Reschigna, vicepresidente della giunta regionale e assessore al bilancio – è molto semplice: negli ultimi due anni abbiamo privilegiato chi pratica un reale associazionismo, a fronte invece di Unioni che esistono solo sulla carta ma non svolgono un’effettiva condivisione di servizi. Le Unioni sono uno strumento fondamentale nella riorganizzazione della pubblica amministrazione ed è in quest’ottica che bisogna leggere la distribuzione dei fondi».

Sono state presentate 86 domande di contributo da parte di altrettante Unioni e 79 di queste hanno ricevuto, in base a una graduatoria, una percentuale del “tesoretto” a disposizione. Tra gli esclusi spicca l’Unione Pedemontana del Pinerolese, che comprende la Val Pellice e il territorio pedemontano intorno a Pinerolo. Secondo Duilio Canale, sindaco di Luserna San Giovanni e presidente dell’Unione, «il nostro statuto prevede la condivisione di due funzioni comunali: il catasto e la protezione civile, sulla base delle quali nel 2015 avevamo ricevuto 15.000 euro. Alla fine del 2016 la Regione ha inviato una delibera per la quale il catasto non veniva più riconosciuto come funzione fondamentale. Inoltre nella stessa delibera veniva annunciato che chi condivideva una sola delle funzioni non avrebbe ricevuto alcun contributo». Canale sottolinea come la conformazione stessa dell’Unione Pedemontana del Pinerolese renda più difficoltoso l’accorpamento di funzioni quali, per esempio, l’urbanistica e la Polizia Municipale, aspetto che risulta più semplice in realtà geograficamente più ristrette e uniformi.

A ricevere il massimo dei contributi, con una cifra di 145.000 euro, è infatti stata un’istituzione decisamente più piccola, l’Unione delle Terre dai mille colori, che comprende soltanto tre comuni (Osasio, Lombriasco e Casalgrasso) e che conta circa 3.400 abitanti. L’unione ha accorpato nove funzioni, realizzando compiutamente quella che è l’idea di Unione dei Comuni che si sta facendo strada nell’ultimo periodo, dopo una prima fase in cui sembrava esser favorita piuttosto la formazione di Unioni più estese geograficamente. «Abbiamo deciso di costituire un’unione che fosse tale nei fatti e non solo nella forma, così abbiamo accorpato tutte le nove funzioni richieste. Non è un processo facile e immediato, ma con il tempo ci stiamo accorgendo che condividere queste funzioni porta a una maggiore efficenza nei servizi. Sono convinto che la soluzione migliore sarebbe la fusione dei comuni, strada per ora molto ardua da percorrere, anche per motivi di campanilismo», racconta Egidio Vanzetti, sindaco di Casalgrasso e presidente dell’Unione.

Questi esempi sono opposti tanto nella logica quanto nella realizzazione, e proprio per questo danno un indirizzo preciso a quelle che dovranno essere le strade da percorrere per questi enti. Oggi, infatti, sembra che non ci sia alternativa al tendere verso un associazionismo più concreto, condividendo il maggior numero di funzioni possibili per riorganizzare in maniera più economica e funzionale i servizi finora erogati dai singoli comuni.

Immagine: Bobbio Pellice, Radio Beckwith