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La Riforma suona al Regio

Questa sera, lunedì 6 febbraio alle 20,30, il Teatro Regio di Torino ospita un concerto particolare, in occasione del cinquecentenario della Riforma protestante. L’Orchestra del Teatro sarà diretta come già altre volte da Yutaka Sado, «di casa» al Regio, che ha contribuito alla scelta del programma, organizzato dalla Comunità luterana di Torino.

Il concerto sarà preceduto alle 19,45 da un momento d’incontro nella sala caminetto del Teatro, in cui il decano della Chiesa luterana in Italia, pastore Heiner Bludau e rappresentanti della chiesa locale presenteranno la comunità e l’iniziativa agli interessati rispondendo alle loro domande.

Tra questi ci sarà una delle principali promotrici, Ulrike Merkel, musicista e membro della comunità, che ha spiegato com’è nata l’idea ai microfoni di Radio Beckwith evangelica, intervistata da Diego Meggiolaro nel programma Tutto qui: «Ci siamo chiesti come portare il cinquecentenario della Riforma a conoscenza di persone esterne alla nostra chiesa in modo simpatico, abbiamo preso contatti con l’orchestra del Teatro Regio, e tra le tante opere che rappresentano la musica protestante abbiamo scelto quelle inserite nel programma».

Il concerto ha ottenuto il patrocinio della città di Torino ed è stato inserito all’interno della programmazione della stagione musicale offerta dal Teatro, permettendo di offrire un assaggio di Riforma a un pubblico vasto.

Sarà un viaggio attraverso due secoli di musica, con il «Ricercare a 6 voci» da L’Offerta musicale di Johann Sebastian Bach, la Sinfonia in re maggiore n. 93 di Franz Joseph Haydn, la Sinfonia n. 5 in re minore op. 107 (La Riforma) di Felix Mendelssohn.

La scelta delle musiche e degli autori viene spiegata ancora dalla signora Merkel: «Bach è il simbolo della musica protestante, ma quando si ricorda il passato ci si chiede che cosa significa nel presente: per questo abbiamo scelto un’orchestrazione moderna, quella del 1935 di Anton Webern, un compositore che voleva trasformare la musica, esprimere che cosa ci dice oggi».

Se la presenza di Bach era «obbligata», meno scontata è quella di un fervente cattolico come Haydn: non solo musica «protestante», sebbene (ricorda Merkel) «sia stato influenzato da compositori protestanti come Händel, durante la sua permanenza in Inghilterra. La Riforma si ricorda anche gettando uno sguardo alla musica non protestante, per contrasto, ed è questo il caso di Haydn».

L’opera più importante tra quelle scelte è la sinfonia La Riforma, scritta da Mendelssohn per il trecentesimo anniversario della Confessione augustana, che, redatta nel 1530 per presentare ufficialmente i principi della Riforma protestante, è in un certo senso il testo fondativo della confessione luterana.

Mendelssohn proveniva da una famiglia di origine ebraica non praticante, che si convertì al protestantesimo, aggiungendo il cognome Bartholdy, e fu battezzato a sette anni. Aveva studiato profondamente la musica di Bach, facendola riscoprire al pubblico dopo un periodo di oblio e contribuendo a rendere imperitura la sua fama.

Verso la fine della sinfonia riprende la melodia del Corale di Lutero «Ein’ feste Burg ist unser Gott» (Il nostro Dio è una solida rocca), per esprimere l’importanza del Corale come momento di partecipazione attiva della comunità nel culto, in quella che viene considerata una «doppia preghiera» e che rappresenta una delle caratteristiche delle chiese protestanti.

Una buona occasione, per i torinesi, per apprezzare non solo della buona musica ma un pezzo di storia della moderna cultura europea. E per chi volesse gustarne altri, ricordiamo la rassegna Integrale bachiana in programma al tempio valdese di corso Vittorio Emanuele II: il prossimo appuntamento è venerdì 17 febbraio con Gianluca Cagnani, organista della Comunità luterana di Torino.

Immagine: CC BY-SA 2.5, https://en.wikipedia.org/w/index.php?curid=5614630