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Il profitto prima dei malati

Lo scorso mese di febbraio ho fatto un viaggio negli Usa, accompagnato dal prof. Paolo Naso, responsabile del progetto «Mediterranean Hope» della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), e da Claudio Paravati, direttore della rivista «Confronti» e vicepresidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (Opcemi). Il viaggio aveva lo scopo di illustrare negli Usa il progetto della Fcei a favore dei rifugiati, e di prendere contatti con l’American Waldensian Society, per organizzare il prossimo anno un convegno con le chiese/ospedali evangelici americani in occasione del 50° anniversario della nascita dell’Ospedale evangelico Betania di Napoli.

Se non paghi non sei curato

Gli Stati Uniti d’America sono, insieme al Sud Africa e la Cina, le sole nazioni industrializzate a non avere una copertura sanitaria universale.

Negli Usa non esistono cure ospedaliere gratuite: prima di poter essere assistito devi dimostrare che sei in grado di pagare il conto, sia attraverso un’assicurazione o direttamente Il sistema sanitario è gestito al 60% circa da Fondazioni no profit, al 20% circa da strutture pubbliche e da un 20% da strutture private. Quindi l’80% dell’apparato è prevalentemente in mano privata o secondo una logica privata. Le stesse Fondazioni no profit si distinguono da quelle private solo perché devono garantire dei benefit nei confronti della comunità (solidarietà, assistenza spirituale, formazione, ricerca scientifica etc. ) e per questo godono di benefici fiscali. Le Fondazioni non profit sono sia a vocazione religiosa che laica.

I programmi assistenziali pubblici sono: Medicare, programma nazionale di assistenza agli anziani (ultrasessantacinquenni) universalistico, in quanto indipendente dal reddito; e Medicaid gestito dai singoli Stati (con un contributo federale che copre il 60% delle spese) e rivolto ad alcune fasce di popolazione a basso reddito (famiglie con bambini, donne in gravidanza, anziani e disabili). I pochi ospedali pubblici sono in grado di fornire ogni tipo di cura di base, ma il livello di servizio non è buono come in quelli privati e spesso le attese sono lunghe: gli ospedali pubblici si trovano a dover assistere milioni di persone senza assicurazione sanitaria. Esiste anche una copertura sanitaria pubblica rivolta ai veterani di guerra e di recente è stata introdotta un’assicurazione sanitaria statale per i bambini poveri (circa 6 milioni) i cui genitori guadagnano troppo per essere inclusi all’interno del programma Medicaid.

In caso di emergenza grave (quando la tua vita è in pericolo), vieni portato al più vicino ospedale e curato anche se non hai l’assicurazione e non puoi pagare il conto, ma questo solo in pericolo di vita, in tutti gli altri casi no. Se sei stato portato d’urgenza in un ospedale privato o no profit una volta che la tua situazione migliora, se non puoi pagare, sarai trasferito in un ospedale pubblico.

Affordable Care Act (Obamacare)  

La riforma Obama del 2010 ha permesso a circa 32 milioni di persone di essere tutelate dal sistema sanitario, comprando un’assicurazione con i sussidi federali o migliorando la propria assicurazione o grazie all’espansione del Medicaid. I punti salienti sono stati questi:

– Divieto per le compagnie di assicurazione di negare la stipula di assicurazioni e l’assistenza per determinate patologie o sulla base di preesistenti condizioni di salute.

– Incentivi fiscali per il cittadino al fine di stipulare una polizza sanitaria.

– Sanzioni per il cittadino che non stipula una polizza assicurativa.

– Obbligo per i datori di lavoro di imprese con più di 50 dipendenti di contribuire alle spese per l’acquisto di tali polizze per i propri prestatori di lavoro.

– Ampliamento dei soggetti coperti dalla tutela di Medicaid.

– La possibilità per i giovani a carico della famiglia di utilizzare l’assicurazione sanitaria dei genitori.

Modelli solidali di sanità

Nel mio viaggio, fondamentale è stato l’incontro con Gary Gunderson e Theresa Cuts del Wake Forrest Baptist Hospital di Winston Salem. Da anni stanno sperimentando un nuovo modello di sanità solidale, «oltre l’ospedale», di tipo preventivo e formativo che ormai è diventato un movimento culturale dal nome Stakeholder Health (la salute dei portatori di interesse). È una nuova iniziativa per migliorare soprattutto la salute dei pazienti poveri, perché è ormai dimostrato che la povertà genera malattia. Si fonda sull’alleanza tra le comunità religiose e gli operatori sanitari. Mediatori culturali della salute sono presenti nelle comunità ecclesiastiche, nelle scuole, nei centri sociali e nelle famiglie, per informare e formare ad una nuova cultura sanitaria che cerca di trasformare gli stili di vita, di aiutare nelle cure domiciliari e nella prevenzione. È un modello di salute comunitario e solidale, diverso da quello generalmente diffuso: negli USA dunque non tutta la sanità è rivolta al profitto, ma di questo e di un nuovo modello di sanità in Italia, se ne riparlerà in dettaglio il 20 ottobre 2018 in occasione del 50° del nostro ospedale.

Immagine: via istockphoto.com