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Nuove «nozze» ecumeniche?

Passi in avanti si stanno compiendo per riavvicinare il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e la Chiesa riformata olandese del Sudafrica (Nhka).

Un percorso difficile e controverso quello della Chiesa riformata olandese d’Africa che, nel vicino 2009, non era stata ritenuta idonea e pronta per essere riammessa nell’Alleanza riformata mondiale (Arm), oggi Comunione mondiale di chiese riformate (Wcrc). A sostenere questa tesi fu proprio il Comitato esecutivo dopo aver ascoltato il rapporto di un’apposita commissione chiamata ad esprimersi nel merito.

La Nhka nel 1982 era stata sospesa dall’Alleanza delle chiese riformate per l’appoggio dato al regime dell’apartheid in Sudafrica, a cui aveva offerto anche una stampella di legittimità tramite una controversa giustificazione teologica.

La riammissione nell’Arm era stata richiesta dall’Nhka nel 2005 ma era stata condizionata alla completa rinuncia alla teologia dell’apartheid, cosa che la chiesa olandese sudafricana non era riuscita ad esprimere in modo convincente.

Un rientro in qualità di membro del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), interrottosi nel lontano 1960, oggi però sembrerebbe essere vicino, possibile.

Una riunione informale tra il Consiglio esecutivo dell’Nhka – eletto dall’Assemblea generale nel 2016 – e Daniel Buda, membro del Cec e responsabile delle relazioni ecumeniche e ecclesiali, è avvenuto pochi giorni fa a Pretoria, la capitale amministrativa del Sudafrica.

Tra i temi affrontati delle parti: il lavoro del Cec e, soprattutto, come poter procedere per gradi alla riammissione della Chiesa riformata del Sudafrica nell’organismo ecumenico.

Nel suo intervento il moderatore dell’Nhka, André Ungerer, ha voluto marcare il cambiamento fatto nel tempo rispetto alle scelte del passato e che la sua Chiesa è stata, sin dall’inizio, tra i membri fondatori del Cec.

Buone possibilità, dunque, si prevedono per la richiesta dell’Nhka; anche perché una situazione analoga è avvenuta solo due anni fa con Chiesa riformata olandese (Rdc) in Sudafrica, uscita e poi riammessa dal Cec dopo 55 anni.

La chiesa riformata olandese (Rdc) fu fondata nel 17° Secolo da coloni olandesi nell’Africa del Sud e oggi comprende più di un milione di membri, possiede tre Facoltà teologiche e fu fondatrice del Consiglio ecumenico delle chiese nella Repubblica democratica del Congo. Ruppe i rapporti con il Cec nel 1960 a causa delle dure critiche ricevute dalla Comunione ecumenica per il sostegno dato all’apartheid.

A partire dal 1986, però vi fu un’inversione di rotta e la Rdc respinse ogni forma di razzismo e aprì l’adesione a tutti i credenti. La Rdc è stata riammessa nella famiglia confessionale dell’Alleanza Riformata mondiale nel 1998 ed è diventata, per la prima volta membro della «All Africa», la Conferenza delle Chiese africane nel 2012 e del Consiglio sudafricano delle Chiese.

In occasione della riunione del Comitato centrale del Cec tenutasi a Trondheim in Norvegia nel giugno 2016, venne espressa tutta la gioia per il «ritorno del figliol prodigo» da parte della comunità cristiana globale.

Oggi, dunque, ci sono buone possibilità per un rientro a breve nel Cec anche per la Chiesa riformata olandese del Sud Africa (Nhka). Per chiudere definitivamente un buio capitolo della storia moderna.