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Le nozze che dividono

Nei giorni scorsi prima la Chiesa di Scozia, presbiteriana, ha approvato un documento di apertura nei confronti dei matrimoni fra persone dello stesso sesso  che dovrebbe sfociare in un sì definitivo nel sinodo generale del prossimo anno.

Pochi giorni dopo la Chiesa episcopale scozzese, parte della famiglia anglicana, ha consentito alle coppie dello stesso sesso di sposarsi in chiesa, così come riportato dall’agenzia stampa evangelica Nev:

“La legge canonica sarà cambiata, andando a rimuovere la definizione che il matrimonio è tra un uomo e una donna. Questo significa che i cristiani omosessuali provenienti da qualsiasi chiesa anglicana potranno ora chiedere di sposarsi in una comunità della Chiesa episcopale di Scozia (Ces). Nella nuova legge canonica verranno definite diverse intese di matrimonio, consentendo al clero di celebrare il matrimonio tra coppie dello stesso sesso e a coppie del sesso opposto, al tempo stesso consentendo ai membri del clero di non celebrare un matrimonio contro la propria coscienza”.

Una presa di posizione che è largamente minoritaria in seno alla Comunione anglicana, e che rischia di venir sanzionata sul modello di quanto già avvenuto con la Chiesa episcopale statunitense, che per tre anni non potrà partecipare a lavori assembleari del panorama anglicano mondiale dopo un analogo voto dei suoi rappresentanti.

Quanto siano varie le sensibilità sul tema e fra chiese fra loro prossime, anche geograficamente, viene confermato dalla scelta operata dalla Chiesa presbiteriana irlandese, il cui sinodo ha stabilito, con 221 voti a 139, che il prossimo anno il moderatore Noble McNeely  non  verrà inviato ai lavori assembleari della Chiesa di Scozia, la Kirk, plastico segnale delle difficoltà a trattare il tema.

Il suo omologo scozzese Derek Browning ha espresso profondo rammarico per questa frattura, a pochi giorni proprio dalla sua presenza in qualità di ospite al sinodo irlandese, in cui aveva comunque ricevuto una calorosa accoglienza, con reciproche dichiarazioni di apprezzamento.

Al momento del voto sulla consueta partecipazione ai lavoro assembleari scozzesi però è giunta la doccia fredda.

Il moderatore Browning ha invitato i fratelli irlandesi a tenere vivi i ponti di comunicazione fra le due denominazioni, riconoscendo tuttavia le significative differenze fra le due denominazioni su questioni relative alla sessualità umana: «Sono dispiaciuto. E’ chiaro che il tema è vissuto in maniera differente anche all’interno del panorama presbiteriano irlandese. In un momento in cui il dialogo dovrebbe venir rinforzato, ognuno forte delle proprie posizioni, il negare la partecipazione ad un assemblea non mi pare un bel segnale. Le porte dell’ospitalità e dell’accoglienza restano comunque spalancate».