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Riconoscere il nostro posto nel mondo

Dio è saggio, è grande in potenza; chi gli ha tenuto fronte e se n’è trovato bene?
Giobbe 9, 4

Ricòrdati dunque di quello che hai ricevuto e ascoltato; serbalo e ravvediti. Perché, se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò da te
Apocalisse 3, 3

 

Mosè non ha potuto vedere Dio presso il rovo ardente, nemmeno Elia quando una voce soave gli è passata accanto. Giobbe ha cercato di tenergli fronte, ma solo riconoscendo la sua posizione di umile essere umano, si è salvato. Tre esempi eccellenti, di cui ancora non facciamo tesoro. L’arroganza umana distrugge tutto. Se certe cose non ci entrano nella testa, anzi nel cuore, non riusciamo a vivere nella dimensione a noi concessa.

Gli esseri umani, quindi noi, ogni volta di nuovo, ci arroghiamo il diritto di essere come Dio, anzi di essere Dio e di elevarci al di sopra degli altri giudicandoli, invece di comportarci come esseri umani, come Dio ha inteso l’essere umano: uno accanto all’altro. Dio, il Signore, è uno! Basta e avanza, non abbiamo bisogno di altri signori.

E invece in noi è troppo forte la tentazione di metterci al centro, di ragionare dal nostro punto di vista. Eppure, non siamo noi al centro del mondo, figuriamoci dell’universo. È Dio, il cui volto abbiamo conosciuto in Cristo, che sta al centro. Riconoscendo il nostro posto secondario, sapendoci inseriti in una dimensione più grande di noi, possiamo riacquistare la nostra umanità. Perché a questo siamo chiamati, ad essere degli esseri umani, non degli dei.

Signore insegnarci a riconoscere il nostro posto in questo mondo.

Mosè non ha potuto vedere Dio presso il rovo ardente, nemmeno Elia quando una voce soave gli è passata accanto. Giobbe ha cercato di tenergli fronte, ma solo riconoscendo la sua posizione di umile essere umano, si è salvato. Tre esempi eccellenti, di cui ancora non facciamo tesoro. L’arroganza umana distrugge tutto. Se certe cose non ci entrano nella testa, anzi nel cuore, non riusciamo a vivere nella dimensione a noi concessa.

Gli esseri umani, quindi noi, ogni volta di nuovo, ci arroghiamo il diritto di essere come Dio, anzi di essere Dio e di elevarci al di sopra degli altri giudicandoli, invece di comportarci come esseri umani, come Dio ha inteso l’essere umano: uno accanto all’altro. Dio, il Signore, è uno! Basta e avanza, non abbiamo bisogno di altri signori.

E invece in noi è troppo forte la tentazione di metterci al centro, di ragionare dal nostro punto di vista. Eppure, non siamo noi al centro del mondo, figuriamoci dell’universo. È Dio, il cui volto abbiamo conosciuto in Cristo, che sta al centro. Riconoscendo il nostro posto secondario, sapendoci inseriti in una dimensione più grande di noi, possiamo riacquistare la nostra umanità. Perché a questo siamo chiamati, ad essere degli esseri umani, non degli dei.

Signore insegnarci a riconoscere il nostro posto in questo mondo.

Immagine: via istockphoto.com