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Sempre meno cibo e più Hiv

Il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e l’Alleanza ecumenica «Agire insieme» (Eaa) invitano le chiese di tutto il mondo dal 15 al 22 ottobre a operare, sensibilizzare e promuovere la giustizia alimentare.

Un’occasione, ricordano i due organismi «anche per pregare insieme e riflettere su come agire congiuntamente».

«La Settimana alimentare delle chiese è un’iniziativa internazionale lanciata dal Cec e l’Eaa – ha ricordato Manoj Kurian, coordinatore della campagna Food for Life –, con la quale intendiamo invitare tutti i cittadini del mondo, e in particolare le nostre chiese, i movimenti e le organizzazioni ecumeniche, le comunità e le associazioni che traggono ispirazione dalle religioni, ad agire collettivamente per poter giungere al più presto a quella che definiamo giustizia alimentare».

È importante che le chiese e le comunità siano concordi sul fatto che si stia assistendo ad una tragedia di ingenti proporzioni e «che vede milioni di persone senza cibo e dunque del basilare sostentamento per ogni vita sulla Terra – ha ricordato Bernhard Walter, il direttore del Dipartimento di Sicurezza Alimentare Mondiale al Bread for the World e membro del gruppo strategico Food for Life –. Il numero di persone affamate nel mondo aumenta di giorno in giorno e oggi riguarda 815 milioni vite umane. Questi dati – prosegue Walter – sono stati raccolti nel 2016. Una cifra che comprende l’11% dell’intera popolazione mondiale. Le cause di questa tragedia – conclude – sono i conflitti che violano brutalmente i diritti civili e politici, i cambiamenti climatici e le prolungate crisi economiche in molte aree del mondo».

Un’altra crisi umanitaria pericolosa «che trova terreno fertile nelle aree povere del mondo – ricorda il comunicato stampa congiunto Cec-Eaa – e che ha già colpito oltre 37 milioni di persone è quella dell’Hiv. Solo la metà delle persone colpite ha attualmente accesso ai trattamenti sanitari necessari per la sopravvivenza».

David Deakin, del gruppo di lavoro per l’accesso al trattamento sanitario per l’Hiv del Cec-Eaa, ha detto: «stiamo operando bene e con efficacia, tuttavia c’è ancora molto da fare per raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati, quello di distribuire i medicinali per il trattamento necessario ad almeno 33 milioni di persone entro il 2030».

Immagine di Oikoumene