claviere

In marcia oltre il confine

Domenica 14 gennaio, ore 11. A Clavière, nel parcheggio di via Nazionale, un folto gruppo di persone staziona al centro della strada. Non si tratta di turisti arrivati a godersi la neve e le piste da sci della nota stazione sciistica. Basta guardarsi intorno: striscioni, bandiere e megafoni fanno da subito intendere lo scopo del ritrovo. Un cartellone, in particolare, spiega a chiare lettere l’intento dell’incontro: Briser les frontières, letteralmente “sbriciolare le frontiere”. Con questa camminata, i partecipanti intendono denunciare l’ingiustizia che sta alla base del concetto stesso di una frontiera contemporanea, che permette ai turisti e alle merci di muoversi senza problemi, ma che si chiude quando a tentare il passaggio sono i migranti che tentano di entrare nel territorio francese. Una marcia di solidarietà, organizzata dalla rete spontanea che si è creata parallelamente in Val Susa e in Francia per dare sostegno a coloro che, da oltre un anno, tentano di raggiungere dalle montagne il territorio transalpino, soprattutto dopo lo stretto controllo a cui è sottoposto il confine di Ventimiglia.

La rete di accoglienza in Val Susa si è notevolmente sviluppata nelle ultime settimane e svolge un costante lavoro di assistenza e accoglienza presso la stazione ferroviaria di Bardonecchia, luogo di transito per molti di coloro che cercano di attraversare la frontiera o che vengono scaricati dalla gendarmerie che li ha fermati in territorio francese. Inoltre, anche in territorio francese si è sviluppata una realtà che, dalla Val Roja a Briançon, lavora per gestire l’emergenza ma anche per avviare un percorso comune, capace di andare oltre il momento e riflettere sulla natura stessa delle migrazioni in Europa.

Tra le realtà solidali presenti sul territorio va ricordata l’associazione Rainbow for Africa, che da qualche settimana ha allestito un presidio sanitario permanente alla stazione di Bardonecchia, dedicato a coloro che si trovano in situazioni di difficoltà. Nonostante le abbondanti nevicate dell’ultimo mese e mezzo, infatti, continuano a essere molti i migranti che tentano il pericoloso passaggio in territorio francese, come raccontato da Paolo Narcisi, medico rianimatore dell’ospedale Cto di Torino e membro di Rainbow for Africa.

Il corteo, partito da Clavière e diretto al vicino paese di Montgenèvre, subito al di là del confine, ha visto giovani, anziani e famiglie camminare fianco a fianco in un clima di dialogo e di festa, in cui non sono mancati i momenti volti a ribadire il concetto cardine della manifestazione, il superamento delle frontiere. Arrivati all’altezza dell’edificio che fu la dogana al confine tra Italia e Francia, un cordone della Polizia italiana ha impedito al corteo di andare oltre. Il motivo della presenza delle forze dell’ordine è il fatto che la manifestazione non ha ricevuto alcuna autorizzazione dalla Questura e quindi il passaggio dalla strada è stato impedito per ragioni di sicurezza.

Il corteo prosegue il suo cammino lungo le piste da sci per raggiungere Montgenèvre, dove alcuni esponenti della rete di accoglienza francese hanno organizzato, vicino al confine, un punto di ristoro per accogliere i manifestanti all’arrivo e ribadire l’unità di intenti che accomuna Italia e Francia nella presa di posizione contro le frontiere.

Le responsabilità francesi nel bloccare il passaggio dei migranti verso la Francia, fermati in nome del Regolamento di Dublino, diventano ancora più rilevanti se si ragiona intorno alla nuova legge sull’immigrazione, presentata martedì 9 gennaio dal ministro dell’Interno francese, Gérard Collomb. Con questa norma si va verso una nuova stretta in materia di accoglienza, considerata da molti oltre il limite della legalità. In questi giorni si attende il pronunciamento del Conseil d’État di Parigi, che potrebbe imporre modifiche alla norma, ma nel frattempo i confini si chiudono sempre di più e dopo molti anni le Alpi si riscoprono luoghi di frontiera, in modo non troppo differente dai molti porti del Mediterraneo che, da luoghi di incontro e dialogo, si sono trasformati in avamposti della Fortezza Europa.