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La vittoria della vita sulla morte

Essi non hanno avuto sete quando egli li ha condotti attraverso i deserti; egli ha fatto scaturire per essi acqua dalla roccia; ha spaccato la roccia e ne è colata acqua
Isaia 48, 21

Chi ha sete venga; chi vuole, prenda in dono l’acqua della vita
Apocalisse 22, 17

 

Quanto sono belle le parole di questo canto di trionfo che annuncia al popolo d’Israele la fine dell’esilio a Babilonia; esse si animano davanti a noi con il ritmo di una danza liberatrice e ci fanno rivivere lo stupore della rassicurante azione di Dio nella storia. Si tratta di una considerazione sull’operato del Signore che non ha mai abbandonato in modo definitivo il suo popolo.

La sofferenza dell’esilio ha stretto come una morsa soffocante il popolo, privandolo di ogni certezza di liberazione. Ora che è giunto improvviso il momento di lasciare l’esilio e ritornare liberi a Gerusalemme, il profeta riassume l’esperienza del soccorso del Signore nella storia.

Il ricordo dell’Esodo dalla prigionia d’Egitto s’impone e manifesta la vittoria sulla disperazione.

L’immagine che richiama il deserto, la sete e l’acqua evoca la vittoria della vita sulla morte. Dio salva, frantumando l’arida roccia della desolata e dolorosa solitudine e facendo sorgere acqua in abbondanza. Sì, l’amore del Signore è vittorioso e forte oltre ogni realtà, perché, appunto, fa scaturire l’acqua dalla roccia. La bella notizia del ritorno è annunciata con il vigore di colui che ha pieno controllo della realtà perciò invita tutti ad abbandonare ogni timore e timidezza: Uscite da Babilonia, fuggite lontano dai Caldei! Con voce gioiosa, annunciatelo, proclamatelo, diffondetelo fino alle estremità della terra! Dite: «Il Signore ha riscattato il suo servo Giacobbe. (Isaia 48, 20).

In Gesù Cristo noi troviamo l’acqua di vita: chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna» (Giovanni 4, 14).