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Una banca dati sulle “oratrici” donne

Agli inizi del mese è stato lanciato in Inghilterra Project 3:28 (il nome ha origine dal versetto della lettera ai Galati 3, 28 “Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù”), una banca dati che fornisce un elenco di donne che possono intervenire come relatrici ad eventi a livello locale, regionale e nazionale.

Il database – che indica anche le specifiche aree di competenza, con rimandi a contenuti audio e video – propone una soluzione pratica a tutti quegli organizzatori che lamentano di avere a disposizione una ristretta rosa di nomi femminili da contattare in occasione di conferenze ed eventi pubblici. L’idea del progetto nasce nel 2013 quando Natalie Collins, specialista delle questioni di genere, insieme a Helen Austin, attivista e blogger cristiana, raccolgono dati sul numero di donne e uomini che intervengono in eventi cristiani organizzati a livello nazionale.

Dall’indagine emerge che: la stragrande maggioranza degli oratori sono uomini (sebbene le donne rappresentino circa il 66% della chiesa del Regno Unito, solo il 34% degli oratori alle conferenze cristiane sono donne); le poche donne invitate a parlare sono “mogli” di uomini che partecipano come relatori allo stesso evento; le sessioni guidate da donne spesso riguardano temi percepiti come “questioni femminili” (ad es. genitorialità, autostima, sentimenti, ecc…). Natalie ed Helen condividono i risultati dell’indagine con altre persone sensibili alle questioni di parità di genere, tra cui: i teologi Paula Gooder e Steve Holmes; Wendy Beech Ward (che ha gestito per 15 anni la Conferenza interdenominazionale Spring Harvest); Rachel Jordan (consulente per la missione ed evangelizzazione nazionale della Chiesa d’Inghilterra); Hannah Mudge (blogger femminista); e Vicky Walker (consulente per la comunicazione).

Insieme hanno realizzato Project 3:28. «Siamo fiduciosi che questo database sarà per gli organizzatori un’incredibile risorsa in grado di migliorare l’equilibrio di genere negli eventi cristiani e di ampliare la rosa di argomenti e di relatrici da invitare», ha affermato Natalie Collins. Il teologo battista Steve Holmes ha twittato che il database è stato progettato «per porre fine alla scusa furba di non riuscire a trovare una donna». Poi, in un post pubblicato sul suo blog ha espresso la speranza «che ci sia un potente esercito di donne talentuose, che si offrano alle chiese del Regno Unito per predicare il Vangelo e insegnare la fede».

Il database si rivolge in particolare a due gruppi di persone. In primo luogo alle donne che sono incoraggiate a diventare «oratrici», creando un proprio profilo contenente una foto, la biografia e la descrizione delle proprie aree di competenza. In secondo luogo, agli organizzatori di conferenze e eventi, produttori e persone che si occupano di comunicazione, che potranno accedere ai nomi delle oratrici, e a una vasta gamma di argomenti (politica, società, cultura, arte, media, economia, etica, ecc…).