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Mantenere ferma la speranza

Signore, i tuoi disegni, concepiti da tempo, sono fedeli e stabili
Isaia 25, 1

Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è colui che ha fatto le promesse
Ebrei 10, 23

 

«[…] se viviamo radicati in te che sei la nostra origine nessun futuro potrà opprimerci» (Jochen Klepper). È a partire da questa certezza che siamo incoraggiati a mantenere ferma la confessione della nostra speranza, quando nonostante le tempeste che attraversiamo nella vita riusciamo a mantenere salda la nostra fede.

Siamo creature fragili ed è molto probabile la possibilità di perdere l’equilibrio nei momenti di crisi. Quando smarriamo il senso della presenza di Dio e abbiamo l’impressione che non ci è più di sostegno lungo la strada, manteniamo ferma la speranza! Perché proprio in quei momenti di crisi, Dio infonderà in noi il suo Spirito che ci donerà il coraggio mancante della fede la quale si concretizza in un totale abbandono nelle sue mani materne e paterne. Dal momento in cui abbiamo conosciuto l’amore di Dio in Cristo, abbiamo sperimentato la sua presenza nella vita personale e comunitaria, dunque anche nei momenti difficili troveremo forza sufficiente per proclamare la sua fedeltà!

La nostra fedeltà ha origini nella sua fedeltà, nasce sotto forma di volontà di imitare il Dio vivente, che nella sua sovrana grazia ci incontra in Gesù Cristo per annunciarci il nuovo messaggio di vita, di libertà e di appartenenza. Noi possiamo soltanto ricevere questo immeritato dono di appartenenza a Dio, la sua grazia infinita. La nostra fedeltà si manifesta oltre che nella confessione e negli atti liturgici, nell’annuncio che nasce da un desiderio di entrare in una vivace relazione con l’altro/a.

L’essere umano, anche se cattivo e perduto, è sostenuto da Dio. La nostra fedeltà non vacillerà se, nonostante la tentazione di essere come Dio e vivere senza il prossimo, il nostro interesse per la grazia di Dio resterà vivo nei nostri cuori.