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La Fgei figlia di quell’onda

Se penso al ’68, mi sembra di sentire un eco lontano, un suono familiare, pur non riuscendo tuttavia a vedere la fonte dal quale scaturisce. Questa è l’immagine che utilizzerei per descrivere la mia percezione del 1968 e del movimento socio-culturale che lo ha caratterizzato. La mia generazione appartiene infatti all’ultimo decennio del ‘900. Ho sempre visto questi ultimi anni del XX secolo come un ponte tra il “vecchio” e il “nuovo”.

La mia generazione ha ricevuto il retaggio del secolo del ’68, ma allo stesso tempo si è affacciata sul terzo millennio con tutto ciò che ne comporta: internet, smartphone, social network. L’idea stessa di comunità ha subìto con la mia generazione l’evoluzione che oggi possiamo riscontrare ed è diventata più fluida e telematica.

Ciò detto, ho potuto riscoprire lo spirito che ha caratterizzato i movimenti del ’68 soprattutto attraverso la FGEI. La Federazione è nata proprio sull’onda di quel periodo ed è innegabile che anche oggi gli ideali dei e delle giovani battisti, valdesi e metodisti italiani/e che l’hanno fondata rappresentino la sua essenza e ossatura. L’esempio più lampante mi sembra essere il binomio fede-politica che ha caratterizzato la FGEI fin dalla sua nascita. L’eredità che il 68 mi ha lasciato attraverso la Federazione è proprio questa: riuscire a mettere in dialogo la mia fede con un impegno politico e sociale, all’insegna della pace e della parità. Ciò nonostante, la FGEI ha avuto la sua evoluzione e certamente ha cambiato modalità e linguaggi. Fare comunità, unire le diverse sensibilità dei e delle giovani dei diversi territori d’Italia, confrontare le diverse spiritualità e denominazioni nell’ottica della comunione, formarsi su tematiche d’attualità (quali ad esempio l’immigrazione, le questioni di genere, l’intercultura), sono alcuni tratti distintivi della Federazione che rispecchiano gli anni della sua fondazione.

Eppure oggi portare avanti questi obiettivi significa sempre di più fare rete e confrontarsi con nuove sfide della società del nostro tempo. Nel periodo storico che ci attende penso che l’eco del 68 si farà ancora sentire, nella e fuori dalla FGEI, e che potrà ispirare la mia generazione a essere un ponte per le generazioni che seguiranno.