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Dio c’è, ma non sei tu. Rilassati!

Come farei a darti in mano altrui, o Israele? Il mio cuore si commuove tutto dentro di me, tutte le mie compassioni si accendono. Io non sfogherò la mia ira ardente, non distruggerò Efraim di nuovo, perché sono Dio, e non un uomo, sono il Santo in mezzo a te
Osea 11, 8-9

Dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata

Romani 5, 20

Su magliette, gadget e social network, spesso circola la frase «evangelica»: “Dio c’è, ma non sei tu. Rilassati!”. E menomale! Questa sì che è una buona notizia! Noi non siamo Dio e quindi questo ci libera dall’ansia di controllo, dal senso del dovere, dalle nostre presunzioni e tendenze narcisistiche che ci inducono a voler essere al centro dell’attenzione e alla pretesa di conoscere come va il mondo.

La consapevolezza di non essere Dio pone anche tutti e tutte noi davanti alla nostra capacità di peccare, di distruggere, di fare del male, qualità che sembrano appartenere a Dio, che attraverso Osea dice: «non sfogherò la mia ira ardente, non distruggerò Efraim di nuovo», ma che in realtà appartengono all’uomo. L’uomo è capace di dare un altro uomo in mani altrui. A l’uomo appartiene il naturale istinto di vendetta, il rancore, il risentimento, ma a Dio no. La misericordia, questa sì che invece gli appartiene: «D’immenso eterno amore mi amasti o mio Signor!» canta un inno cristiano, a ricordarci che Dio è misericordioso, che Egli prova compassione per noi, fin nelle sue viscere, e non guarda al nostro peccato, ma si commuove e prova tenerezza per noi sue creature. 

Egli è misericordioso al punto tale da dare, per sola grazia, il suo unico figlio Gesù Cristo a questo nostro mondo per mostrarci chi è Dio e chi siamo noi, cioè sue creature bisognose del Suo amore.

L’apostolo Pietro dice al centurione Cornelio che gli si getta ai piedi per adorarlo: «Alzati, anch’io sono un uomo» (Atti 10, 26), a ricordarci, con il profeta Osea, che solo Dio è il Santo e l’unico degno di lode e adorazione.

Possiamo quindi in questo giorno, come uomini e donne, porci davanti all’unico nostro Dio, santo e misericordioso, con umiltà e spirito di lode, nella certezza che Lui ha già fatto tutto e che noi non possiamo far altro che ringraziarLo.