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Immigrazione…con i se e con i ma

I principali eventi. Due i principali eventi nel mese di campagna elettorale del 2018: l’uccisione di Pamela Mastropietro (41 notizie in un giorno), il raid xenofobo e razzista di Luca Traini a Macerata, che ha causato il ferimento di 6 immigrati (51 notizie in un giorno). Anche gli altri picchi corrispondono agli aggiornamenti sui casi.

Tre i principali eventi nel mese di campagna elettorale del 2019: la tensione nel quartiere Casal Bruciato (dopo l’assegnazione di una casa popolare a una famiglia rom), il naufragio nel Mediterraneo centrale, al largo delle coste tunisine, di un barcone con 70 persone e la gestione dei flussi, con i “porti chiusi” alle navi delle Ong.

Tutti i giorni sia per elezioni politiche sia per le europee  si è parlato di immigrazione, una media di 17 notizie al giorno nel 2018, di 9 nel 2019. 

485 le notizie nel mese di campagna elettorale per le politiche nel 2018; 265 le notizie nel mese di campagna elettorale per le europee, nel 2019.

Il primo dato che emerge dal confronto tra le elezioni politiche e le elezioni europee è la presenza nettamente superiore del tema immigrazione nel 2018 rispetto al 2019, con una media di 17 notizie nelle legislative e di 9 notizie nelle europee.

Nelle elezioni politiche del 2018, nell’informazione di prima serata, l’immigrazione è stata centrale e associata principalmente a eventi di cronaca nera, l’uccisione di una giovane a Macerata, Pamela Mastropietro (ad opera di persone di nazionalità nigeriana e regolarmente presenti sul territorio) e il ferimento di sei persone (richiedenti asilo e migranti) a Macerata ad opera di Luca Traini per motivi razziali.

Nel 2019, invece, la questione principale intorno a cui si sviluppa il dibattito mediatico è la gestione degli arrivi via mare. Notizie di naufragi, di navi alla ricerca di un approdo, di chiusura dei porti per le imbarcazioni delle Ong, di accoglienza dei migranti in arrivo tra i diversi paesi europei, occupano l’agenda dei notiziari.

L’immigrazione in tv nei due periodi di campagna elettorale si caratterizza inoltre per la presenza della voce «dibattito politico»su ordine pubblico e sicurezza (soprattutto nel 2019). Da segnalare, anche la presenza maggiore della politica nel 2018 rispetto al 2019: 46% di esponenti politici e istituzionali nei servizi sull’immigrazione nel 2018; 34% nel 2019. Nelle elezioni legislative del 2018 in quasi un servizio su due, inerente alle questioni migratorie è intervenuto in voce un esponente politico, 1 su 3 nel 2019. Il dato, inoltre, suggerisce che, rispetto all’ultima campagna elettorale legislativa, nella quale le questioni dell’immigrazione e dell’identità erano stati temi centrali (durante e dopo gli episodi di Macerata), nella campagna per le europee, l’immigrazione diventa questione secondaria, e soprattutto priva di picchi di visibilità paragonabili al 2018. 

Questo risultato non riguarda solo i «media tradizionali»ma anche i social. 

Sulla base di una analisi condotta da Vittorio Cobianchi(ricercatore dell’Osservatorio di Pavia) effettuata su una popolazione di 22.113 tweetpostati nel mese di campagna elettorale per le elezioni europee, da un panel di 75 soggetti politici selezionati tra i più influenti (membri del Governo, Istituzioni, Presidenti di commissione e capigruppo parlamentari ) e i più presenti nella rappresentazione televisiva, emerge che: i  tweet relativi a razzismo, integrazione e immigrazione sono 1028, dunque, il 4,6% del totale dei tweet che compongono il panel.

La maggior parte di questi, riguardano, osserva Vittorio Cobianchi, i commenti alla politica del Governo su accoglienza e gestione dei flussi migratori e, in particolare, la cosiddetta «politica dei porti chiusi»,con la quale il Governo cerca di contrastare l’azione delle Ong che si occupano del salvataggio dei profughi dispersi nel Mediterraneo. I tweetriguardanti fatti di cronaca e criminalità sono di gran lunga inferiori: nella campagna delle europee via social, la questione sicurezza ha giocato un ruolo di gran lunga inferiore rispetto alle ultime campagne elettorali, con l’eccezione di qualche tweetsulla «mafia nigeriana».

L’immigrazione – nonostante la centralità nella gestione europea del fenomeno – resta un tema secondario nella comunicazione durante la campagna elettorale per le europee, sia nell’informazione televisiva di prima serata, sia in quella dei soggetti politici via twitter (tranne per coloro che ne hanno fatto un tema identitario).

Rispetto ai temi in campagna elettorale, si rileva anche una sostanziale differenza tra elezioni politiche e elezioni europee: criminalità sicurezza nel 2018, gestione degli arrivi via mare nel 2019. Anche in ragione del fatto che il partito che ha costruito parte delle sue ultime campagne elettorali sul tema della sicurezza è attualmente responsabile della gestione dell’ordine pubblico.

In entrambe le campagne le politiche di accoglienza e  d’inclusione sono completamente assenti dal dibattito. Permane, dunque, nel dibattito mediatico durante il periodo elettorale, anche nel corso del 2019, la polarizzazione degli interventi dei protagonisti della comunicazione intorno ad alcune questioni, in particolare la politica del Governo nella gestione dei flussi via mare.

Si rileva, afferma ancora Vittorio Cobianchi, “la totale assenza di qualsiasi tentativo di narrazione o pratica discorsiva alternativa a quella della Lega, che ha fatto proprio del contenimento degli arrivi via mare il marcatore della bontà delle politiche di gestione dell’immigrazione”.

*La ricerca è stata realizzata dall’Associazione Carta di Roma con il sostegno dell’OttoXMille dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi. Paola Barretta è ricercatrice presso l’Osservatorio di Pavia e per l’Associazione Carta di Roma redige il Rapporto annuale sulla rappresentazione del fenomeno migratorio.