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Adulti, ascoltateci (se volete un futuro)!

Chissà se Greta Thunberg, in quel venerdì di agosto in cui diede avvio al primo “Sciopero scolastico per il clima”, poco più di un anno fa, immaginava che il suo piccolo gesto ribelle sarebbe diventato un movimento mondiale, “Fridays for Future”, e che milioni di studenti avrebbero seguito il suo esempio.

Greta guiderà la marcia di oggi, 20 settembre a New York, dove lunedì si terrà il Summit delle Nazioni Unite sul clima convocato dal segretario generale Antonio Guterres per trovare «piani concreti e realistici» per migliorare il contributo di ogni Paese all’obiettivo di ridurre del 45% nel prossimo decennio l’emissione dei gas serra e per arrivare a emissioni zero nel 2050. Non bastano piccoli aggiustamenti, serve una «completa trasformazione delle economie in linea con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile», si legge nella pagina dedicata.

Oggi, e fino a venerdì prossimo, giovani e adulti di tutto il mondo sono quindi chiamati a partecipare allo sciopero mondiale per il clima: più di 2500 città grandi e piccole in 150 paesi del mondo sono coinvolte, e anche le Chiese invitano i loro membri a partecipare alle marce e varie iniziative.

La Chiesa episcopale degli Usa, richiamando il proprio impegno nella protezione dell’ambiente (qui la pagina dedicata), ha espresso supporto all’iniziativa per voce del primate Michael Curry e dei vescovi riuniti proprio in questi giorni, che sospenderanno i loro lavori in segno di solidarietà. In una dichiarazione congiunta (citata qui) hanno detto che «come vescovi episcopali “verdi” decidiamo di sostenere una rete di giovani attivisti per il clima nella Chiesa episcopale, rafforzando la presenza dei giovani episcopali all’importante vertice sul clima delle Nazioni Unite che si terrà nel 2020 probabilmente nel Regno Unito». Hanno poi richiamato il progetto Sustaining Earth, our island home che coinvolge 678 realtà e mobilita gli episcopali a livello individuale e collettivo, fino ai vertici della chiesa, per «realizzare la necessaria transizione a una vita sostenibile».

Anche i metodisti inglesi hanno espresso il loro supporto alla mobilitazione: in particolare i rappresentanti dei giovani all’interno della Chiesa metodista (eletti annualmente all’interno di 3Generate, assemblea giovanile che, tra le altre cose, elegge un presidente e i rappresentanti negli organi che li prevedono, Conferenza metodista, Consiglio metodista, British Youth Council, e a livello ecumenico) attraverso una dichiarazione diffusa mercoledì, affermano l’importanza di «prendere sul serio l’emergenza globale del clima che dobbiamo affrontare». Consapevoli che «l’educazione e la frequenza scolastica regolare sono importanti» (ed esortando i giovani partecipanti minorenni ad agire con il permesso dei loro genitori), ritengono altresì che «la questione cruciale non è se sia giusto o sbagliato scioperare, ma se la gente stia ascoltando ciò che bambini e giovani stanno disperatamente cercando di dire attraverso le loro azioni. Ognuno ha la responsabilità di essere al loro fianco e, in qualunque modo dettato dalle loro coscienze, di chiedere un cambiamento drastico della società, oltre a realizzare qualunque cambiamento possibile nelle loro scelte di vita». Qualunque sia l’azione intrapresa, prosegue il testo, questa deve essere sempre collegata alla preghiera, considerando «come possiamo lavorare insieme, e con Dio, per mostrare l’amore trasformatore verso tutta la creazione». Per questo l’appello è di «ascoltate i bambini e i giovani», come del resto, ricordano, la Chiesa metodista fa da sempre, e i loro rappresentanti «sentono che questo non è mai stato più importante e urgente di adesso».

Anche il Joint Public Issues Team (Jpit), gruppo interdenominazionale di cui la Chiesa metodista inglese è parte, ha scritto nel suo blog alcune indicazioni per sostenere l’ azione di consapevolezza per il clima, sottolineando l’esigenza di«un nuovo approccio all’emergenza climatica, che sia incentrato sui diritti umani, l’uguaglianza e la giustizia». Richiamando l’intergenerazionalità delle chiese, che possono essere un ambiente comunitario privilegiato nel confronto fra giovani e adulti su questi temi, l’esortazione è proprio a favorire il confronto e l’ascolto, «fare spazio ai giovani ed educare gli adulti». Quand’anche non si possa concretamente partecipare allo sciopero (come sottolineano gli stessi organizzatori di Fridays for Future, non tutti i lavoratori hanno questo diritto) ci sono molte azioni che si possono intraprendere, “spargere la voce” attraverso tutti i canali possibili.

Anche in Francia le chiese sono impegnate nella lotta per la giustizia climatica (proprio ieri ricordavamo il secondo compleanno dell”église verte”): oggi e domani sono previste manifestazioni in diverse città. Oggi, a Parigi marceranno anche i vertici della Federazione protestante di Francia (Fpf), come si legge sul sito internet: il presidente François Clavairoly, Martin Kopp, presidente della Commissione Ecologia-Giustizia climatica, e Nadine Marchand, presidente della Commissione Gioventù. La Fpf, constatando «l’azione ancora largamente insufficiente di fronte all’urgenza climatica», invita quanti possono farlo a unirsi alla manifestazione che si terrà nel primo pomeriggio.

Foto: Sara Soto Block Print design for Climate Strike (all materials here: https://docs.google.com/document/d/1xwo8dPjzjJFNHLC-REojFTUBRTK1PrwOS5L4E-I4Hj0/preview#)