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Il pianeta muore, pentiamoci e muoviamoci!

La Comunione mondiale delle chiese riformate (Wcrc), organismo che riunisce circa ottanta milioni di cristiani riformati presenti in numerosi paesi del mondo uniti nell’azione a favore dell’unità della Chiesa, dei diritti umani, della giustizia economica, ha diramato un documento dedicato all’emergenza climatica. Un versetto biblico (Genesi 2:15) accompagna il testo: «Il Signore Dio prese l’uomo e lo mise nel Giardino dell’Eden perché lo coltivasse e lo custodisse».

Con questa Dichiarazione la Wcrc invita le chiese membro, e la più ampia comunità ecumenica, a educare le congregazioni e le comunità a difendere la Creazione di Dio; a supportare e investire nelle energie rinnovabili e in altre misure compatibili con l’ecosistema per combattere i cambiamenti climatici; a sostenere azioni che possano mettere fine alle emissioni globali di gas serra per passare al raggiungimento di emissioni zero di carbonio; ad affrontare le sfide per porre fine alle disuguaglianze e a povertà, guerre e conflitti». Infine, a spendersi affinché l’acqua possa essere un bene comune per tutti; a controllare la sicurezza alimentare e a combattere le carestie. A lavorare in modo specifico con i migranti climatici; a sostenere i governi che intendano limitare le spese militari e i governi che decideranno di aderire alla Campagna Zacchaeus che chiede una tassazione giusta per affrontare le disuguaglianza e il debito ecologico. 

La Wcrc, inoltre, chiede che sino al prossimo 4 ottobre siano ancora dedicate azioni (era già stato chiesto un mese di sensibilizzazione iniziato lo scorso primo settembre) e momenti d’incontro e sermoni alla riflessione sulla «nostra gestione del Creato». 

I cristiani di tutto il mondo – afferma ancora la Wcrc – celebrano il Creato in molti modi: alcuni pregano, altri realizzano progetti pratici, altri promuovono azioni di sensibilizzazione. «Ognuno di noi dovrebbe prendersi cura del Creato che Dio ha assegnato all’umanità»perché «siamo nel bel mezzo di una vera crisi climatica. La temperatura del pianeta è aumentata di circa un grado celsius dalla fine del XIX secolo. Gran parte di questo riscaldamento ha avuto luogo negli ultimi trentacinque anni; gli ultimi cinque, sono stati gli anni più caldi mai registrati. Ciò ha portato alla diminuzione della massa delle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartico, nonché a altri ritiri glaciali, evidenti in tutto il mondo. I livelli del mare sono aumentati di circa 8 pollici, con le isole del Pacifico che rischiano di finire sotto il livello del mare nel prossimo futuro».

Dunque «Ormai è unanime e condiviso il fatto che questa crisi climatica sia il risultato dell’attività umana. Il risultato di un sistema economico globale che ha voluto mettere il profitto prima di tutto, prima della stessa nostra vita saccheggiando l’intero pianeta».

Già la Confessione di Accra del 2004 affermava: «[…] Pertanto respingiamo l’attuale ordine economico mondiale imposto dal capitalismo neoliberale globale […] che sfida l’alleanza di Dio, escludendo i poveri, i vulnerabili e l’intera creazione dalla pienezza di vita […]. Respingiamo qualsiasi pretesa di impero economico, politico e militare, che posa sovvertire la sovranità di Dio sulla vita e che agisca in contrasto con la giusta regola di Dio». Anche in occasione del Consiglio Generale tenutosi nel 2017, il Wcrc aveva lanciato un appello alle Nazioni del G20 per chiedere l’adesione all’accordo di Parigi. 

Oggi «serve discernimento e uno sguardo attento ai segni dei nbostri tempi – rileva l’organismo cristiano –. Un’attenzione che impone di unirci nell’affermare che è in atto un’emergenza climatica. Il nostro è un appello al pentimento, al distacco dalla via di morte intrapresa; e a un invito, quello di far sorgere una nuova e più forte alleanza per la giustizia economica per la Terra. C’è bisogno di un’azione radicale, immediata, per risolvere l’emergenza climatica. La verità – conclude la Wcrc – è che stiamo affrontando una crisi creata dall’uomo che produrrà conseguenze catastrofiche sia a livello economico che ambientale. Un’emergenza di questa natura richiede un cambiamento passi urgenti per salvare ciò che resta della terra».