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Il Consiglio ecumenico delle chiese condanna vari episodi di violenza

Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) il pastore Olav Fykse Tveit ha condannato gli attacchi in tutto il mondo che si sono verificati in una settimana violenta durante la quale molti hanno perso la vita o perso i loro cari. «Gli attacchi crudeli a esseri umani innocenti in nome di qualsiasi religione non possono essere accettati e non devono essere accettati da nessuna religione».

Nigeria

Il 26 dicembre, il sottogruppo dello Stato Islamico in Nigeria ha pubblicato un video in cui si afferma di mostrare l’uccisione di 11 cristiani. Il gruppo terroristico ha dichiarato che le esecuzioni sono state un atto di vendetta per la recente uccisione dei loro leader di alto rango.

«Nei termini più forti possibili, denunciamo questi tentativi di dividere il popolo nigeriano ponendo i cristiani contro i musulmani», ha detto Tveit. «Dobbiamo promuovere il rispetto della dignità umana in tutte le circostanze, nonché il rispetto per la diversità, per contrastare l’odio e l’intolleranza che stanno dietro tali atti di estrema violenza».

Siria

Con l’ultima escalation di violenza nella Siria nordoccidentale del 12-26 dicembre, i civili del governatorato di Idlib soffrono nuovamente per le devastanti conseguenze delle battaglie. Più di 235.000 persone sono fuggite dalla regione di Idlib nelle ultime due settimane, secondo le Nazioni Unite.

«Il popolo siriano è già stato sottoposto a troppi conflitti e troppi spargimenti di sangue, distruzione e sfollamenti», ha affermato Tveit. «Le chiese del mondo chiedono la fine della sofferenza della gente. Troppi combattimenti, caos e morte. È tempo di pace, di tregua, di dialogo e di giustizia per le vittime delle atrocità perpetrate in questi catastrofici anni di violenza».

Somalia

In Somalia, un camion pieno di esplosivi è esploso in un incrocio trafficato della capitale del paese Mogadiscio il 28 dicembre, aggiungendo ulteriore sofferenza a un paese afflitto da una tensione duratura dovuta all’estremismo violento. Almeno 76 persone sono morte e 149 sono rimaste ferite. Molti di loro sono studenti universitari. Nessun gruppo ha ancora rivendicato la responsabilità dell’attacco dinamitardo.

«In tutto il mondo, le persone che vivevano la loro vita quotidiana – in fila per fare la spesa, a camminare innocentemente in luoghi che dovevano essere sicuri, a frequentare il culto – sono state perse per le loro famiglie e le loro comunità», ha detto Tveit. «Condanniamo questi insensati atti di violenza. Rafforziamo la nostra risoluzione per perseguire la pace e la giustizia per tutti, la dignità per tutti, la libertà di condurre una vita piena per tutti».

Stati Uniti

Il Consiglio ecumenico delle chiese ha infine condannato l’attacco avvenuto il 28 dicembre scorso durante la celebrazione di Hanukkah nella casa di un rabbino a Monsey, 50 chilometri a nord di New York City, negli Stati Uniti d’America. Cinque persone sono state pugnalate e ferite da un uomo, poi arrestato, armato di machete. Nelle ultime settimane si sono verificati anche altri attacchi antisemiti nella regione, incluso un massacro in una drogheria kosher nel New Jersey, all’inizio del mese, che ha portato alla morte di sei persone.

Il segretario generale, pastore Olav Fykse Tveit, è intervenuto condannando la violenza e sottolineando che le persone hanno il diritto di radunarsi nei luoghi di culto in pace. «L’assalto sembra essere una sfacciata manifestazione di antisemitismo razzista che, purtroppo, è in aumento negli Stati Uniti e. Condanniamo questo attacco e l’ideologia antisemita, razzista ed estremista che potrebbe averlo motivato. Auspichiamo un’adeguata sicurezza per tutti, in particolare per le minoranze, nei nostri paesi»