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Perseguire la strada del dialogo e della diplomazia

«Abbiamo uno spiraglio per fermare l’attuale conflitto [tra gli Stati Uniti e l’Iran] prima che peggiori», scrive la vescova Elizabeth A. Eaton, presidente della Chiesa Evangelica luterana in America (Elca) in un messaggio pastorale inviato il 9 gennaio scorso. In esso, la vescova chiede ai membri di chiesa di essere costruttori di pace e di fare appello ai funzionari eletti «affinché seguano la strada del dialogo e della diplomazia con l’Iran, per il nostro bene, per il bene del popolo iraniano e per il bene del mondo che Dio ama tanto».

Il conflitto tra i due paesi si è intensificato all’inizio di questo mese, quando il generale Irani Qasem Soleimani è stato ucciso in un attacco statunitense di droni all’aeroporto internazionale di Baghdad, a seguito del quale l’Iran ha dichiarato di non sentirsi più vincolato dai termini dell’accordo fatto nel 2015. L’Iran ha poi reagito con un attacco missilistico contro due basi militari in Iraq che ospitavano truppe statunitensi.

«L’attuale crisi tra Stati Uniti e Iran è preoccupante per molti di noi nella nostra chiesa, nella nostra nazione e nel mondo», prosegue la vescova Eaton, aggiungendo che gli Stati Uniti e l’Iran devono trovare il modo di risolvere le differenze e le tensioni attraverso mezzi pacifici.

Il segretario generale della Federazione luterana mondiale (Flm), pastore Martin Junge, ha espresso gratitudine per la lettera. «Credo che l’Elca faccia eco alla voce della Comunione delle chiese luterane: siamo chiamati ad essere costruttori di pace. Sono grato per il messaggio chiaro e l’invito all’azione proveniente da una delle nostre chiesa membro».