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Quell’anno in cui, reportage fotografico sui tempi del virus

Quell’anno in cui. Una frase che si utilizza per far tornare alla mente i flussi dei ricordi di tempi passati, lontani. Quell’anno in cui è il titolo del potente libro fotografico di Stefano Stranges, fotoreporter torinese che nei mesi tragici della pandemia e del lockdown ha scelto di mettere al centro del mirino i volti, le storie piccole e grandi, i drammi e le rinascite di chi non si è fermato, di chi ha tenuto vivo il battito delle nostre società ferite. 

Dai medici ai volontari delle tante associazioni che hanno distribuito cibo, dai vari servizi di soccorso e aiuto fino ai vicini di casa, spesso “scoperti” per la prima volta di fronte alla sorta di convivenza forzata fra le nostre quattro mura. Cinque capitoli di un racconto e 200 immagini, come 200 erano diventati i metri del nostro vivere confinato secondo le disposizioni dei primi Dpcm che abbiamo imparato a conoscere nostro malgrado.

Come il vecchio che tiene per mano il bambino nella canzone di Francesco Guccini chiedendogli di immaginare un lontano mondo di prati e colori di cui non vi è più traccia, in qualche modo, al contrario, è anche l’auspicio di questo lavoro i cui testi non a caso sono volti al passato remoto, che rimarrà certamente come testimonianza preziosa di Quell’anno in cui le nostre vite vennero stravolte. Ricordare, non un paradiso lontano, ma un inferno in cui talvolta a sopresa sono nati insperati fiori.

Oggi venerdì 18 settembre dalle 15 alle 19 e ancora domani sabato 19 dalle 11 alla 19 la galleria d’arte Febo & Dafne di via Vanchiglia 16 a Torino ospita l’autore che in questi begli spazi presenta questo volume (che vi rimarrà comunque in visione e distribuzione anche nelle settimane successive) e una selezione di immagini che sono diventate quadri.

Due fra queste in questi mesi hanno anche ricevuto riconoscimenti per il loro valore: la prima è l’opera selezionata da Tag (Turin Art Galleris) per il Call “Racconto plurale” della Fondazione per l’Arte CRT, e intitolata “In limbo. The time of the virus”, tratta che rappresenta lo spazio e il tempo vissuto nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Mauriziano di Torino (in cui Stranges ha trascorso due interi turni da 10 ore fianco a fianco con il personale ospedaliero e i degenti colpiti dal virus, vestito, equipaggiato come loro e da cui sono scaturite fotografie di grande impatto), come in un “limbo”, in quel bivio tra la vita e la morte. La seconda, ripresa anche dalla sindaca di Torino Chiara Appendino, ritrae personale della Croce Rossa in cammino di notte in una via Roma, il cuore della città, completamente deserta è stata selezionata per il concorso dedicato proprio al tempo del virus indetto dall’associazione culturale Roma-fotografia.

79663_in-limbo.-the-time-of-the-virus-stefano-stranges_1200x800-696x385_0.jpgFoto “Limbo”

«Il mestiere del reporter tende a portarmi lontano per raccontare storie e mostrare frammenti di vita – racconta Stranges-. Questa volta invece la storia era sotto casa.

Una storia di nuove barriere comunicative, di luoghi che si trasformano e di spazi che si convertono, di assenze e di nuove presenze, una storia di resistenza. Dopo lo shock iniziale che ha colpito me come chiunque, ho dunque scelto di tornare a fare il mio mestiere, documentando primo il mio spazio limitato e poi le vite, le azioni di chi ha continuato a “fare”, prestando aiuto, con una parola, un gesto, la propria professionalità o quant’altro»·

Un lungo progetto fotografico, un tributo all’essere umano che è stato protagonista di un fatto epocale che ha portato a fermare il tempo e i ritmi della quotidianità così come la conoscevamo.

Oltre che a disposizione fisicamente nella galleria d’arte Febo & Dafne  il libro, stampato da Prinp Editore, è ordinabile anche nei circuiti delle librerie.