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Diaconia valdese: interesse per la nomina della commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria della popolazione anziana. Alcune considerazioni sul percorso.

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha reso noto due giorni fa la creazione di una Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana. A presiederla sarà Monsignor Vincenzo Paglia, Gran cancelliere del Pontificio Istituto Teologico per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia. Sulla nuova Commissione interviene con una comunicato la Diaconia valdese, braccio sociale della Chiesa valdese.

«Con un laconico comunicato il Ministero della Salute informa della nomina di una Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana. Come Diaconia Valdese non possiamo che rallegrarci dell’intenzione di mettere le basi per una politica di sistema che attrezzi il paese ad accompagnare la vita degli anziani e dei grandi anziani. Al momento non si sa nulla né della composizione della commissione né degli ambiti di intervento, se non che sarà presieduta, e questo un po’ ci sorprende, dal Monsignor Paglia che ha anticipato in una dichiarazione il suo programma. Auguriamo alla Commissione un buon lavoro, un percorso condiviso ed includente che tenga conto delle diverse sensibilità proprie del l’Italia multiculturale, che ascolti la scienza in modo responsabile e si confronti con le professionalità del settore».

«La cura della nostra adultità, dell’età anziana, – sottolinea la Diaconia Valdese – è un tema talmente importante a livello individuale, familiare, sociale ed economico che ci obbliga a rifuggire da facili scorciatoie e prese di posizione retoriche. L’esperienza della pandemia potrebbe indurre ad approcci sanitari, rinforzando l’idea che occuparsi della popolazione anziana sia un problema sanitario ove l’isolamento, la sanificazione e la separazione costituiscono il prezzo da pagare. Sosteniamo, al contrario, che sia necessario un approccio alla cittadinanza anziana che non miri semplicemente all’allungamento della vecchiaia, ma al miglioramento della qualità di vita in ogni momento e che quindi contemperi le necessità di benessere individuale e collettivo, sociale, sanitario e relazionale».

A tal proposito la Diaconia Valdese sottolinea anche che «è quindi necessario che le politiche siano coordinate non solo a livello nazionale, ma anche regionale e degli enti locali e che ne coinvolga le diverse funzioni sanitarie e sociali. Non è tempo di ideologie, ma è tempo di mettere insieme le competenze tecniche maturate nel nostro paese nel settore,  confrontarle con le migliori esperienze estere dando il giusto spazio alle evidenze scientifiche».

«Ci auguriamo – conclude – che la riforma del settore possa traguardare l’omogeneità degli interventi sul territorio nazionale, al momento molto segnati dalle diseguaglianze regionali e territoriali, la riduzione delle diseguaglianze nell’accesso ai servizi legate alle condizioni economiche e, infine, traguardi anche la sostenibilità economica e non aumenti la sperequazione fra le generazioni».