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Stati Uniti, i luterani appoggiano le riforme in materia di immigrazione

La vescova Elizabeth A. Eaton, presidente della Chiesa evangelica luterana in America (ELca), si è unita a più di 500 ministri di culto luterani negli Stati Uniti e agli amministratori delegati del Lutheran Immigration and Refugee Service (Lirs) e del Lutheran Services in America (Lsa), i rami sociali dei luterani a stelle e strisce, invitando il Congresso a sostenere il Citizenship Act.

In una lettera, i leader religiosi luterani esortano i legislatori a lavorare in modo collaborativo per far avanzare la legislazione «verso una soluzione attesa da tempo che rifletta i nostri valori condivisi come nazione».

Si tratta del disegno di legge presentato dal neo-presidente Joe Biden in materia di regolarizzazione dell’immigrazione clandestina e che dovrebbe venire discusso nelle prossime settimane in Parlamento.

In sintesi prevede di:

-Stabilire un “percorso agevolato verso la cittadinanza” per i “candidati idonei” (e i loro coniugi e figli) che preveda un periodo iniziale di ammissione autorizzata come “potenziale immigrato legittimo”. Un potenziale immigrato legittimo potrebbe diventare idoneo alla residenza permanente dopo almeno cinque anni di vita e lavoro negli USA. I potenziali candidati dovranno trovarsi sul suolo degli Stati Uniti prima del 2021. Riguarda un numero elevatissimo di irregolari presenti oggi nel Paese, circa 11 milioni di persone che andranno regolarizzate nei prossimi anni, a fronte di tasse pagate e altri oneri.

-Fornire residenza permanente, senza limiti numerici, a studenti internazionali con dottorato di ricerca in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica presso università statunitensi.

-Fornire l’adeguamento allo status di residente permanente legale per i non cittadini che sono entrati negli Stati Uniti da bambini (ad esempio, i “Dreamers” nell’ambito del programma Deferred Action for Childhood Arrivals). Dovrebbe riguardare circa 700mila persone arrivate su suolo americano da minorenni.

-Prevedere l’adeguamento allo status di residente permanente legale per i lavoratori agricoli che hanno lavorato nei cinque anni precedenti per almeno 2.300 ore o 400 giorni lavorativi.

-Prevedere l’adeguamento allo status di residente permanente legale per alcuni cittadini di paesi designati per lo status di protezione temporanea o per la partenza forzata differita.

-Aumentare i visti di immigrazione per “altri lavoratori”.

-Prevedere l’istituzione di una procedura per limitare temporaneamente l’ammissione di alcuni immigrati in aree geografiche o settori del mercato del lavoro che registrano alti livelli di disoccupazione.

-Stabilire un programma pilota per un massimo di cinque anni per ammettere annualmente fino a 10.000 “immigrati ammissibili il cui impiego è essenziale per le strategie di sviluppo economico delle città o delle contee in cui vivranno o lavoreranno”.

-4 miliardi di dollari da spendere nei prossimi 4 anni per aiutare i Paesi dell’America centrale in crisi economica, al fine di tentare di bloccare emigrazioni di massa, ma anche per rafforzare i controlli tecnologici lungo i confini per combattere i trafficanti di esseri umani.

Si tratterebbe del più importante intervento legislativo dal 1986, quando il presidente Ronald Reagan regolarizzò con una sanatoria circa 3 milioni di immigrati irregolari. I numeri in questo caso sarebbero decisamente superiori, ma la battaglia si annuncia lunga e ostica, con un Senato in equilibrio fra repubblicani e democratici.

L’Elca, il Lirs e l’Lsa riconoscono la necessità di un’azione legislativa completa rivolta alle comunità con popolazioni di migranti e rifugiati. «Vogliamo rispondere alle persone che sono intrappolate in conflitti e che affrontano persecuzioni, e al contempo vogliono sostenere politiche di immigrazione compassionevoli, giuste e sagge, guidate dall’amore di Dio per tutte le persone e dall’impegno biblico di accogliere lo straniero» recita la lettera resa pubblica la scorsa settimana.

«Guidati dai nostri valori di fede e dagli insegnamenti biblici, crediamo che le politiche sull’immigrazione debbano dare la priorità e onorare la dignità data da Dio a ogni persona, specialmente a coloro che vivono ai margini della società», prosegue il testo. «Consideriamo la famiglia come un’istituzione sociale indispensabile e siamo fermamente contrari alle politiche che causano la separazione di genitori, figli, sposi. Siamo quindi lieti di vedere che la legislazione proposta va nella direzione di riconoscere questi valori».

«Fare progressi in queste riforme sull’immigrazione attese da tempo è importante per noi come leader che servono nella chiesa e nella società», chiude la lettera. «Chiediamo a Dio di guidare la nostra nazione e concedere la grazia di un cuore accogliente. A tal fine, vi chiediamo di lavorare in collaborazione, con fretta, per promuovere questa soluzione legislativa globale attraverso il Congresso e fornire soluzioni durature che rafforzeranno la nostra nazione per generazioni venire».

 

Foto di Sundry Photography