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Le Chiese hanno un messaggio e un valore importanti per contribuire alla Conferenza sul futuro dell’Europa

La Conferenza delle Chiese europee (Kek) e la Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea (Comece) hanno indirizzato una lettera ai membri di nuova nomina del Comitato esecutivo della Conferenza sul futuro dell’Europa l’8 aprile 2021, sostenendo l’integrazione delle chiese nella Conferenza Plenaria come portatrici di interessi chiave distinti, in linea con l’articolo 17 TFUE, secondo il quale l’UE mantiene un dialogo aperto, trasparente e regolare con le chiese e le associazioni religiose.
 
Nella lettera, don Manuel Barrios Prieto e il dottor Jørgen Skov Sørensen, rispettivamente segretari generali della Comece e della Kek, hanno sottolineato che le chiese, insieme ad altre parti interessate, sono in grado di fornire input significativi alla discussione sul futuro dell’Europa.
 
Fortemente impegnati a sviluppare ulteriormente il progetto europeo sulla base degli ideali cristiani di giustizia, pace e integrità del creato, la Comece e la Kek hanno sottolineato la necessità di rafforzare continuamente i nostri valori europei comuni «al fine di riaffermare l’impegno per la visione dell’UE come una vera comunità di valori che contribuiscono a un’Europa pacifica, prospera, libera, giusta, inclusiva e sostenibile per tutti».
 
In questo contesto, la Kek e la Comece hanno sottolineato la loro disponibilità e preparazione a contribuire alla Conferenza. «Le Chiese hanno un messaggio e un valore importanti da aggiungere alla Conferenza sul Futuro dell’Europa – si legge nella lettera – ad esempio organizzando dibattiti con particolare attenzione ai valori, alla sostenibilità e alla giustizia sociale, coinvolgendo in particolare i giovani […] a livello regionale e livello nazionale».
 
Insieme, la Kek e la Comece rappresentano le chiese di cui fanno parte circa 380 milioni di cittadini europei in tutti gli Stati membri dell’UE.
 
Foto di Ulleo da Pixnio