black-lives-matter-1011597_640

La street art per George Floyd

Dopo due settimane di processo e undici giorni di interrogatori, il processo per la morte di George Floyd si è concluso con la condanna dell’agente di polizia Derek Chauvin, riconosciuto colpevole di tutti e tre i capi d’accusa a suo carico. L’agente ora rischia fino a 40 anni di carcere.

La prima reazione al verdetto, per cui la giuria ha pronunciato “colpevole, colpevole, colpevole”, è stata un grido della piazza di Minneapolis.

Proprio nella città del Minnesota, il 25 maggio dell’anno scorso, Floyd era stato fermato e ucciso da una pattuglia di polizia, dando avvio a tutte le proteste a livello globale riconosciute sotto lo slogan di Black Lives Matter.

Il movimento contro l’ingiustizia su base razziale e la violenza delle forze dell’ordine ha anche trovato espressione nella street art, a livello globale.

L’anno scorso, un gruppo di ricercatori dell’università St. Thomas di Minneapolis ha lanciato il progetto George Floyd and Anti-Racist Street Art database, un sito dove poter trovare e geolocalizzare le opere contro il razzismo ispirate all’omicidio di George Floyd.

Ad ora sono più di 1800 in tutto il mondo i graffiti, i tag, murales, stickers e opere di vario tipo che si possono trovare attraverso la piattaforma.

Si tratta di un archivio con un intento politico e a disposizione di artisti, studenti e cittadini, che oltre parlare di Black Lives Matter rivela anche come e dove la street art trova i suoi luoghi di espressione e come interagisce con lo spazio urbano. In fondo si tratta di una voce  che proviene dalla comunità che esprime non solo la propria opinione, ma anche i sentimenti e le proprie aspettative e frustrazioni.

Ovviamente la maggior parte delle opere sono sul territorio degli Stati Uniti, ma se ne trovano anche in Europa. La maggior parte in Gran Bretagna, ma altre in Germania Francia, Portogallo, Svezia, Turchia e Italia. Nella penisola viene geolocalizzata un’opera dal quartiere Barra di Napoli che rappresenta George Floyd a fianco, tra gli altri, di Malcom X e Martin Luther King Jr. con la scritta “Time to Change The World”.

Tra l’altro il database era nato ad aprile 2020 per raccogliere la street art legata al Covid-19, per poi prendere una diversa direzione dopo l’omicidio di Floyd il mese successivo.

 
Foto di Betty Martin da Pixabay