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Mediterranean Hope: “Fuori dal buio”, al via un nuovo progetto in Calabria

Persone migranti che aiutano i braccianti della Piana di Gioia Tauro, realizzando per loro giacche con catarifrangenti, per scongiurare che vengano investiti mentre in bicicletta si recano nei campi, per la raccolta della frutta e della verdura. È questo il cuore di “Fuori dal buio”, un nuovo progetto solidale, dal basso, partecipativo in Calabria.
L’iniziativa è nata dalla collaborazione tra alcune realtà attive in questa regione: la Cooperativa Eurocoop “Jungi Mundu” di CaminiMediterranean Hope, il profetto rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) e Sos Rosarno, che insieme promuovono azioni di tutela dei migranti e di prevenzione degli incidenti stradali.

«Fuori dal Buio – spiegano i promotori – nasce dall’esperienza di accoglienza diffusa sviluppata nel Comune di Camini dalla Cooperativa Eurocoop “Jungi Mundu”, e si propone di raccogliere 10.000 euro per donare 3.000 indumenti protettivi con strisce catarifrangenti, per prevenire i numerosi incidenti stradali in cui restano coinvolti i braccianti che si spostano durante le ore notturne in bicicletta per recarsi al lavoro nei campi».

Gli indumenti saranno cuciti dai migranti del laboratorio di sartoria di Camini (Rc).
Gli operatori di Mediterranean Hope, programma rifugiati della Fcei, li distribuiranno ai migranti impiegati in agricoltura, a partire dai mesi autunnali, quando le giornate sono più corte e purtroppo il rischio di essere vittime di incidenti aumenta.

«Nei mesi scorsi abbiamo fornito strumenti come i giacchetti e le luci da mettere sulle bici – racconta Francesco Piobbichi, operatore di Mediterranean Hope – e ci siamo resi conto che ne servivano di più. Gli incidenti si sono purtroppo verificati, con alcuni morti e molti feriti. Per questo abbiamo chiesto a una esperienza virtuosa come quella di Camini di darci una mano e contiamo per la prossima stagione di distribuirne a tutti i migranti che percorrono in bici le strade della Piana. È un piccolo gesto, ovviamente, che però può fare la differenza per queste persone alle quali continuiamo a non garantire diritti e condizioni di vita e lavoro dignitose. Non a caso abbiamo scelto una realtà che promuove invece proprio il lavoro dignitoso come strumento di emancipazione delle persone rifugiate e migranti: è allargando i diritti a tutti che possiamo ripartire e costruire una filiera etica in Calabria e non solo».

«La solidarietà che passa attraverso il crowdfunding, la raccolta fondi, è un nuovo tassello nelle battaglie per la sicurezza e la salute dei braccianti – dichiara il presidente della Eurocoop Jungi Mundu, Rosario Zurzolo – Il diritto alla salute e alla vita sono assoluti, non possiamo accettare che vengano messi a rischio ogni giorno. Con questo nuovo progetto, portiamo all’attenzione di tutti la problematica ma anche la possibilità di intervenire con soluzioni concrete. Siamo certi che in tanti parteciperanno a questo progetto solidale condiviso».

«Sostenere Fuori dal Buio – concludono i promotori della campagna – significa partecipare alla costruzione di un’economia circolare che lavora su tre assi d’intervento: l’intervento di prevenzione degli incidenti stradali di cui sono vittime i lavoratori braccianti; la creazione di lavoro regolare per rifugiati che escono dal percorso di accoglienza, attraverso il loro impiego nel laboratorio di sartoria; la rigenerazione di abiti usati per la loro distribuzione ai soggetti vulnerabili».

Qui la campagna di crowdfunding: https://www.produzionidalbasso.com/project/fuori-dal-buio/


Eurocoop Servizi – Cooperativa Sociale – “Jungi Mundu” nasce a Camini (RC) nel 2011 e coinvolge 118 beneficiari del progetto Sai (Sistema di Accoglienza e Integrazione), di cui la maggior parte famiglie e minori provenienti da Siria, Nigeria, Libia, Mali, Senegal, Sierra Leone, Pakistan, Sudan. A Camini i progetti di accoglienza si sono intrecciati a diversi progetti architettonici, come le opere di ricostruzione delle case del borgo attraverso interventi di restauro oltre al recupero del patrimonio culturale, materiale e immateriale. Sono nati negli anni laboratori di arte creativa, ceramica, tessitura, sartoria, falegnameria, liuteria, corsi di cucina locale e siriana, i laboratori d’infanzia, il corso di doposcuola, la fattoria didattica e l’orto sociale con la produzione di olio, vino e grano biologici.

Mediterranean Hope è il programma migranti e rifugiati delle chiese protestanti italiane (Fcei, Federazione delle chiese evangeliche in Italia). Il progetto di Rosarno è finanziato in larga parte dall’Otto per mille della Chiesa valdese.

 

Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay