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Il manicomio in scena

Un salto nel passato: un passato di crudeltà, vite rinchiuse, terapie sperimentali e punizioni psicologiche e corporali, che ha preso vita ieri sera sul palco del Flowers Festival di Collegno (To), nel cortile delle lavanderie dell’ex manicomio, proprio all’interno di quello che, fino al 1978, è stata la scena di questi orrori. “Fuori. Storie dal Manicomio”, è un’opera firmata e prodotta da Lab22 e scritta da Serena Ferrari: parte dalle inchieste e dagli scritti dei giornalisti Alberto Papuzzi e Alberto Gaino, dal libro di Bruna Bertolo “Donne e follia in Piemonte”, ma anche dalle vite dei protagonisti del tempo, per un testo che si intreccia anche con il tema dell’amore contenuto nei versi di Alda Merini e in quelli cantati da Simone Cristicchi e da Franco Battiato.«I racconti reali sono stati adattati alla nostra scena – spiega l’autrice e regista Serena Ferrari – Teatro, danza e musica si mescolano alle storie delle persone che hanno vissuto l’ospedale psichiatrico andando a creare un forte impatto emotivo. Ci è stato molto utile l’aiuto di Enrico Pascal, uno degli psichiatri dell’ospedale, che ci ha aiutato a “entrare” nel manicomio e al contempo a “uscirne”»

“Fuori, storie da un manicomio” conta su un cast numerosissimo, fatto di attori professionisti, ballerini ma anche di un’orchestra che realizza dal vivo, sul palco, tutte le musiche di accompagnamento. Lo spettacolo ha inanellato, dalla sua prima messa in scena, 15 repliche e 15 sold out, dimostrando come il tema della salute mentale sia ancora più che sentito. «Sono storie che hanno a che vedere con i diritti dell’individuo, spesso dimenticate se non addirittura calpestate – conclude Ferrari – che colpiscono la sensibilità del pubblico. In più la messa in scena, dal forte impatto emotivo, trasporta letteralmente lo spettatore nel mondo che sta raccontando e credo che questa sia la chiave del successo finora incontrato con questo lavoro».

L’ospedale psichiatrico fu costruito nel 1852 all’interno della Certosa di Collegno, diventando un punto di riferimento dal punto di vista architettonico perché fu il primo in Italia ad adottare la disposizione parallela di padiglioni a più piani in modo da isolare le singole patologie. Nel periodo di maggiore ricettività arrivò ad ospitare fino a 4.000 posti letto. Nel 1978 la Legge 180, meglio nota come Legge Basaglia, dal nome del suo principale promotore, psichiatra e sostenitore della riforma psichiatrica in Italia, impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. Dal 1997 l’area della Certosa si è trasformata in un importante centro culturale a disposizione della cittadinanza e casa storica del Flowers Festival.