istock-1125396995-3

Cristianesimo mondiale con il vento in poppa

In Europa il numero dei cristiani è in costante calo da anni. Attualmente, il numero totale di cristiani in Europa è stimato intorno ai 550 milioni, secondo un’analisi del sito tedesco katholisch.de. Tuttavia, secondo il centro di studi e sondaggi americano “Pew Research Center”, la percentuale di cristiani in Europa continuerà a diminuire. Se questi rappresentavano ancora il 74% nel 2015, nel 2050 Ia percentuale dovrebbe scendere al 65%. Paesi dell’Europa, un tempo cristiani, stanno infatti diventando sempre più laici: l’attuale tendenza in Germania si è già verificata diversi decenni fa nei Paesi Bassi, in Belgio o in Francia, ad esempio. In questi Paesi la Chiesa e la fede giocano oramai un ruolo marginale nella vita sociale.

Questa tendenza si estende ora anche alle roccaforti tradizionalmente cattoliche come l’Italia, la Spagna e la Polonia. Secondo uno studio pubblicato di recente, il 30% della popolazione italiana si definisce atea.

Questa tendenza rimane comunque europea. Secondo diverse rilevazioni statistiche, il numero di persone che professano il cristianesimo è attualmente di circa 2,5 miliardi. Quindi, circa una persona su tre sulla terra è cristiana. Gli esperti prevedono che il numero di cristiani potrebbe raggiungere più di tre miliardi entro il 2050.

Un altro sviluppo significativo è che il peso della cristianità sta cambiando in modo significativo. Mentre nel 1910 i due terzi dei cristiani vivevano in Europa, oggi sono scesi a un quarto. Il 37% dei cristiani oggi vive in America Latina, il 24% in Africa e il 13% nella regione Asia-Pacifico. La percentuale di cristiani è aumentata di più nell’Africa subsahariana: nel 1910 solo il 9% della popolazione era cristiano, contro il 63% di oggi.

La situazione della Chiesa cattolica? Secondo i dati diffusi dall’Ufficio centrale di statistica della Chiesa per il 2019, poco più di 1,3 miliardi di persone nel mondo sono cattolici, ovvero il 17,7% della popolazione mondiale. Una cifra che è rimasta relativamente tale dal 1970.

Anche nella Chiesa cattolica i pesi continentali si stanno spostando sempre di più. Nel 1900 due terzi dei cattolici vivevano in Europa, un quarto nelle Americhe, l’1% in Africa e il 5% in Asia e Oceania. Da allora l’Europa non è più il cuore della cristianità: con una quota del 48%, oggi la maggior parte dei cattolici vive nelle Americhe.

L’Europa resta al secondo posto (22%), ma rischia di essere presto superata dall’Africa (18%). Quanto ai cattolici dell’Asia e dell’Oceania, rappresentano il 12% della popolazione cattolica mondiale.

Con la quota di cattolici nella popolazione mondiale relativamente stabile, la crescita del cristianesimo nel suo insieme è principalmente dovuta alle Chiese libere. In particolare, le comunità pentecostali e carismatiche, emerse nel XX secolo, contano oggi, secondo le stime, già più di 600 milioni di fedeli, vale a dire la metà della Chiesa cattolica, ma più delle Chiese protestanti. . «L’umanità nel suo insieme sta quindi diventando più cristiana e il cristianesimo più libero», ha affermato sul sito svizzero Protestinfo Jörg Ernesti, professore di storia della Chiesa all’Università di Augusta e osservatore degli sviluppi confessionali per diversi anni.

Con le Chiese libere si afferma sempre più una forma di cristianesimo missionario evangelizzatore e al tempo stesso socio-politicamente piuttosto conservatore. «Le chiese libere sono caratterizzate da una forte coscienza della salvezza e forniscono risposte semplici alle domande morali», continua. Mentre la Chiesa cattolica ha problemi a mantenere la sua cura pastorale, le Chiese libere sono presenti e hanno il denaro e il personale necessari. «Anche il fatto che non siano organizzati centralmente è sicuramente un vantaggio», conclude Ernesti.