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Ospitalità eucaristica. Un’indagine racconta l’accoglienza reciproca della “Cena del Signore”

L’agenzia stampa Nev- Notizie evangeliche ha pubblicato alcuni risultati parziali del questionario che esplora le pratiche di reciproca accoglienza di eucarestia cattolica e santa cena protestante. Proposto online dal bollettino “Ospitalità eucaristica” lo scorso settembre, anche se in forma cartacea circolava già dal 2017, il questionario racconta uno spaccato di “cammino ecumenico”. Si parte da una base di circa cento partecipanti, il 58% dei quali si dichiara di appartenenza cattolica. Il 22% è formato da valdesi e metodisti, mentre il restante 20% è formato da battisti o altra denominazione. Il 63% risponde dall’Italia del nord.

La stragrande maggioranza di chi ha partecipato al questionario è composta da “membri di chiesa”. Poi ci sono preti, pastori e pastore; quindi i predicatori locali, diaconi e suore.

La maggior parte, in tutti i gruppi confessionali rappresentati, dichiara di essere interessata a partecipare a gruppi di ospitalità eucaristica. Partecipano a momenti di ospitalità eucaristica, regolarmente o sporadicamente a causa della pandemia, circa metà delle persone che hanno partecipato all’indagine, per ciascun gruppo confessionale. Si dichiara non interessato a praticare l’ospitalità eucaristica il 17% del totale.

Questi dati, nel loro piccolo (in quanto raccolti in un contesto ristretto) è interessante. Partendo da un punto di vista informato su questo tipo di pratica, sono dati che ci raccontano la percezione e i desideri di persone credenti che camminano insieme e si interrogano sui temi della fede, delle rispettive teologie e dottrine, della spiritualità.

Dal punto di vista qualitativo, la domanda sul significato personale dell’esperienza è quella che meglio esprime le intenzioni di chi si accosta a questo tema. L’ospitalità eucaristica è vista perlopiù come un segno dell’unità dei cristiani, da praticare già subito. Per altri è un “viatico” per l’unità. Quasi irrilevante è il numero di persone che ritengono l’ospitalità eucaristica come “punto di arrivo”.

Il bollettino “Ospitalità eucaristica” è curato da alcuni membri del gruppo ecumenico “Spezzare il pane”, di cui fanno parte singoli credenti protestanti e cattolici. Il gruppo, nato in ambito ecumenico nel 2011 a Torino, coinvolge chiese, monasteri e parrocchie.
«Il termine “ospite” indica sia colui che offre l’ospitalità sia colui che la riceve poiché entrambi i soggetti, sebbene con ruoli differenti, sono accomunati da un valore superiore: l’accoglienza – si legge nel sottotitolo del foglio –. Allora “ospitalità eucaristica” è un modo per dire che siamo tutti ospiti dell’unico Signore che ci raduna e ci accoglie con tutte le nostre differenze. La Cena è del Signore, non delle Chiese».

Per informazioni scrivi a:
ospitalita.eucaristica@gmail.com

Scarica il numero di novembre di Ospitalità eucaristica che contiene, fra l’altro, il resoconto dell’incontro ecumenico del mese scorso con il vescovo Derio Olivero. All’incontro hanno partecipato numerosi rappresentanti del Segretariato attività ecumeniche (SAE). È proprio in seno al SAE che è stato progettato il bollettino. Presente inoltre la neoeletta presidente, la predicatrice locale valdese Erica Sfredda. Nel numero di novembre, è disponibile anche un articolo sull’ospitalità eucaristica in una coppia interconfessionale.