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Indipendenza dalla Francia, Nuova Caledonia al voto

Il segretario generale facente funzione del Consiglio mondiale delle chiese, padre Ioan Sauca, in una lettera al presidente della Francia Emmanuel Macron, ha espresso sostegno agli appelli della Chiesa protestante di Kanaky-Nuova Caledonia e di altri partner preoccupati riguardo al terzo referendum sull’indipendenza dalla Francia nell’ambito dell’Accordo di Noumea. «È ovvio che questa terza e ultima consultazione del popolo di Kanaky-Nuova Caledonia sulla questione della sua autodeterminazione/indipendenza deve avvenire in condizioni che garantiscano trasparenza, imparzialità e legittimità, secondo lo spirito dell’Accordo di Noumea», si legge nella lettera.

Tuttavia, ha affermato Sauca, la data del 12 dicembre prevista per lo svolgimento del referendum, quando il territorio sta affrontando un nuovo focolaio di Covid-19 e ha dovuto dichiarare lo stato di emergenza, chiaramente non è favorevole allo svolgimento di un referendum appropriato.

«Prendiamo atto che il calendario fissato dall’Accordo di Noumea consente di indire l’ultimo referendum in qualsiasi momento fino a novembre 2022», ha scritto Sauca.

«Data la posta in gioco eccezionale che incombe su questa decisione cruciale per i cittadini di Kanaky-Nuova Caledonia, nel mezzo di una pandemia e in uno stato di emergenza, e visti gli effetti sproporzionati della pandemia sulle comunità Kanaky, chiediamo di agire in modo ragionevole e mostrando flessibilità nel pieno rispetto del quadro previsto dall’Accordo di Noumea».

Il Consiglio Ecumenico delle Chiese, pertanto, «esorta il vostro governo a non insistere per mantenere la data fissata per il referendum, ma a rinviarla fino a quando il referendum non potrà svolgersi in circostanze più favorevoli».

Il referendum sull’accesso alla piena sovranità, il terzo su tre previsti con lo stesso argomento, per cui tutti Caledoniani dovranno decidere sulla permanenza o meno all’interno della Repubblica francese, segnerà il culmine di un processo di trent’anni. Un periodo che gli accordi di Matignon, firmati nel 1988 e prolungati dieci anni dopo dagli accordi di Noumea, hanno contribuito a preservare in pace, dopo quattro anni di scontri mortali tra indipendentisti Kanak e Caldoches lealisti. Nei primi due referendum il Sì al mantenimento all’interno della Repubblica rancese ha ottenuto due successi, prima con il 56% dei voti (2018) e poi con il 53% (2020). Percentuali risicate.

La Chiesa protestante di Kanaky Nuova Caledonia, membro della Cevaa, la principale chiesa protestante storica dell’isola con circa 40.000 membri, molto importante nella comunità autoctona Kanaka, si è posta da anni l’obiettivo di accompagnare la popolazione verso il referendum e nel periodo successivo al voto.