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La pandemia della disuguaglianza

In questi giorni si tiene a Davos l’annuale incontro invernale del World Economic Forum, che ogni anno riunisce (sebbene quest’anno, come lo scorso, soltanto in modo virtuale) politici, economisti ed imprenditori e che viene spesso criticato in quanto  rappresentativo dei punti di vista delle élite economiche.

Non è un caso se, proprio in occasione dell’apertura del meeting, Oxfam abbia deciso di pubblicare La pandemia della disuguaglianza, un rapporto che calcola, a livello globale, il ruolo della malattia respiratoria Covid-19 nell’acuire le disuguaglianze economiche, e conseguentemente sociali, nel mondo.

Che la disparità fosse profondissima già prima dell’insorgere del coronavirus è noto, ma l’impatto della pandemia è comunque agghiacciante. Negli scorsi due anni il patrimonio complessivo dei dieci uomini più ricchi al mondo è più che raddoppiato, passando da 700 a 1.500 miliardi di dollari. Oxfam divide questi profitti in unità temporali più brevi: si tratta di 15mila dollari guadagnati ogni secondo, 1,3 miliardi ogni giorno.

I numeri di questo rapporto sono molti e tutti interessanti, ed inquietanti. Ad esempio, questi 10 “super-ricchi”, come li definisce Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International, detengono una ricchezza di sei volte superiore a quella in mano al 40% più povero della popolazione globale, ovvero 3,1 miliardi di persone. Se le loro fortune venissero ridotte del 99,993%, sarebbero comunque parte dell’1% più ricco del mondo. Un dato che viene fatto risaltare, forse, per accennare al dibattito sulla tassazione dei patrimoni maggiori in circolazione, attivo da tempo (forse da sempre) eppure al momento ben lontano dall’essere messo in pratica.

Uscendo dalla top ten dei super-ricchi, si nota come, nel corso della pandemia, ogni 26 ore in media una nuova persona si sia unità all’élite di 2600 miliardari, i quali hanno ottenuto profitti per 5mila miliardi di dollari. Collegando le cifre alla gestione del virus, Oxfam nota che il surplus patrimoniale dell’uomo più ricco del mondo, Jeff Bezos, nei primi 21 mesi della pandemia (81,5 miliardi di dollari), equivale al costo stimato della vaccinazione per l’intera popolazione mondiale. Booster compreso.

Nel frattempo, sempre secondo i calcoli di Oxfam, ogni 4 secondi 1 persona è morta per mancanza di accesso alle cure, o per gli impatti della crisi climatica, oppure per fame o violenza di genere. Le donne hanno perso complessivamente 800 miliardi di dollari di redditi nel 2020 (un valore superiore al PIL combinato di 98 Paesi) e sono alle prese con un grande aumento del lavoro non retribuito di cura. Il trend occupazionale è in crescita, ma riguarda in modo largamente sproporzionato gli uomini.

Lo sguardo del rapporto non si limita però a tracciare trend globali. Scende anche nel dettaglio delle singole situazioni, perciò possiamo, ad esempio, osservare da vicino quella italiana. Non è lontana da quella mondiale. La quota di ricchezza in mano all’1% più facoltoso oggi supera di oltre 50 volte quella detenuta dal 20% più povero del paese. Negli ultimi due anni il numero dei miliardari italiani della Lista Forbes è aumentato di 13 unità, mentre il valore aggregato dei patrimoni dei più ricchi è cresciuto del 56%. Questo fa sì che i 40 miliardari italiani più facoltosi oggi posseggano l’equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani più poveri. Vuol dire che 18 milioni di persone hanno un patrimonio paragonabile a quello di 40 singoli individui. 

Se poi il rapporto sottolinea, da un lato, l’importanza delle spese pubbliche per limitare il contraccolpo economico della pandemia, non promuove affatto le politiche del governo nell’ambito della disuguaglianza. La disoccupazione cala, ma è merito in buona parte del lavoro precario, che offre quindi uno sguardo molto miope al futuro. Spesso si tratta poi di stipendi non sufficienti a superare la soglia di povertà, segno che l’equazione lavoro=stabilità è sempre più lontana dalla realtà.

Oxfam chiede allora di portare avanti numerose azioni per invertire la tendenza, dalla protezione del lavoro alla creazione di sistemi fiscali equi e progressivi, passando per strumenti come il reddito di cittadinanza (ma rafforzato rispetto a quello attuale) e da una spinta verso l’innovazione e la condivisione di conoscenze.

 

Foto di AshyCatInc: slum in Egitto