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L’impegno delle chiese riformate al confine ucraino

I membri e i partner della Comunione Mondiale di Chiese Riformate stanno rispondendo alla crisi umanitaria in corso in Ucraina.

«È un bene l’aver coltivato i contatti con i fratelli e le sorelle in Ucraina negli ultimi anni. Molte relazioni strette si sono sviluppate grazie ciò», ha detto Martina Wasserloos, presidente dell’area europea della Comunione mondiale di chiese riformate. «La disponibilità delle nostre chiese membro in Europa orientale ad aiutare è travolgente. Si stanno preparando ad accogliere e a prendersi cura dei rifugiati, anche se loro stessi sono molto preoccupati».

Parlando dall’interno dell’Ucraina, Sándor Zán-Fábián, a capo della Chiesa riformata in Transcarpazia, ha riferito: «Anche noi viviamo nell’insicurezza e nella paura, quindi chiunque può cercare di lasciare il paese. Fondamentalmente, la generazione anziana è rimasta; dobbiamo occuparci di loro, insieme ai rifugiati che cercano soccorso nella nostra regione. È una situazione difficile e senza precedenti in queste terre. Prendiamoci cura gli uni degli altri, rimaniamo umani, disponibili e pazienti».

L’Hungarian Reformed Church Aid, che sta fornendo aggiornamenti quotidiani sulle sue attività, ha consegnato oltre 1000 chilogrammi di cibo al confine ucraino-ungherese fra giovedì scorso e il fine settimana. Allo stesso tempo, l’organizzazione ha iniziato una campagna nazionale di raccolta fondi per aiutare i bisognosi in Ucraina.

«La nostra speranza è di veder funzionare il corridoio umanitario, per usarlo in entrambe le direzioni», ha detto Balász Ódor, responsabile ecumenico della Chiesa riformata in Ungheria. «Abbiamo magazzini intorno al confine per trasportare i rifornimenti in Ucraina. Il nostro ministero dei rifugiati sta lavorando a stretto contatto con gli aiuti della chiesa per coordinare gli sforzi».

«Il governo rumeno è pronto a ricevere i rifugiati dall’Ucraina, e anche la nostra chiesa si sta preparando a contribuire in questa azione di soccorso», ha reso noto Tibor Kiss, ufficiale ecumenico del distretto della Chiesa riformata transilvana in Romania. «Assicuriamo ai nostri fratelli e sorelle in Ucraina il nostro aiuto per quanto siamo in grado di aiutare».

«Abbiamo avuto una riunione congiunta con la nostra diaconia e abbiamo deciso diverse piste da seguire, anche se non siamo un paese in prima linea», ha commentato Jiří Schneider, curatore sinodale della Chiesa evangelica dei fratelli cechi. «Sospettiamo che i rifugiati cercheranno rifugio presso i loro parenti e amici. Non sarà un’immigrazione anonima ma molto mirata. Quindi, stiamo cercando di raggiungere i nostri amici dell’Ucraina per aiutare su base individuale».

Prima dell’invasione russa, erano in corso sforzi coordinati per fornire sostegno alle chiese e alle organizzazioni non profit in Ucraina.

«Con l’ufficio globale della Comunione mondiale di chiese riformate avevamo iniziato un processo per collegare le organizzazioni ecumeniche della chiesa e le Ong. La nostra idea era di andare in Ucraina per mostrare solidarietà, per collegarci con loro per i prossimi anni nel fare le cose insieme», ha proseguito Wasserloos. In questo momento la visita non è possibile, ma non rinunceremo all’idea di cercare cosa possiamo fare insieme, sia in progetti comuni che in varie forme di cooperazione».

«Attualmente sto ricevendo richieste urgenti per fornire anche un aiuto finanziario. Sono in stretto contatto con i nostri fratelli e sorelle in Transcarpazia, in modo da ricevere aggiornamenti quotidiani su ciò che sta accadendo e su come possiamo aiutare», ha concluso.

Il Reformed Partnership Fund della Comunione mondiale fornirà assistenza finanziaria agli sforzi di soccorso, mentre ACT Alliance, di cui la Comunione è un partner globale, ha iniziato a consegnare forniture di emergenza attraverso i suoi membri.