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La Conferenza di chiese europee: «Coinvolgere le chiese per portare la pace in Ucraina»

In un incontro ibrido tenutosi il 7 giugno a Bruxelles con la Presidenza di turno, francese per il secondo semestre 2022, del Consiglio dell’Union europea, la Conferenza di Chiese europee (Kek) ha messo in primo piano le voci della Chiesa ucraina, sottolineando la necessità di rafforzare l’impegno delle comunità religiose locali nella realizzazione della pace nella regione.

«Le chiese in Ucraina sono ampiamente rispettate e fidate, di solito più delle istituzioni governative. Questo conferisce loro un’autorità morale unica per promuovere la pace», ha dichiarato il dottor Pavlo Smytsnyuk, direttore dell’Istituto di studi ecumenici dell’Università Cattolica Ucraina.

«Per promuovere attivamente la pace, è opportuno coinvolgere le comunità religiose ucraine, così come le loro istituzioni educative e di beneficenza. Esse sono in grado di diffondere il messaggio di pace in luoghi inaccessibili agli attori politici», ha aggiunto Smytsnyuk, che ha partecipato all’incontro online.

L’arcivescovo Yevstratiy di Chernihiv e Nizhyn, della Chiesa ortodossa ucraina, ha riflettuto su come la religione sia usata per dare legittimità alla guerra e come scusa per l’aggressione russa. «Purtroppo, l’idea della restaurazione dell’Unione Sovietica e dell’Impero russo è stata usata per giustificare la guerra», ha detto l’arcivescovo Yevstratiy, vice capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne e portavoce della Chiesa ortodossa ucraina.

I due ucraini presenti all’incontro hanno sottolineato i continui sforzi delle chiese locali e delle comunità religiose per prevenire le aggressioni, soprattutto nel contesto della coesistenza tra comunità religiose ed etniche. Hanno sottolineato che sia i cittadini ucraini che quelli di lingua russa sono uniti contro la guerra. «L’Ucraina è una società plurale, dove tutte le religioni cooperano sotto il Consiglio delle Chiese e delle Organizzazioni Religiose dell’Ucraina, nonostante le tensioni storiche, e insieme sostengono la sovranità ucraina», hanno sottolineato.

«È un ruolo unico della Conferenza delle chiese europee quello di dare risalto alle voci delle Chiese ucraine e di trasmettere la loro posizione alle istituzioni politiche europee», ha dichiarato il segretario generale della Kek, Jørgen Skov Sørensen. «Non si tratta solo di un’eredità storica, la costruzione di ponti, la promozione della riconciliazione e della pace, ma anche dell’obiettivo del nostro lavoro attuale: costruire ponti tra le chiese e il più alto livello politico in Europa».

L’incontro è stata l’occasione per discutere in maniera approfondita il ruolo della religione nel conflitto ucraino, argomento oggetto di preoccupazione da parte della Presidenza francese del Consiglio dell’Ue.

L’incontro è stato ospitato da Pauline Dubarry, vicecapo del settore Giustizia e Affari interni della Rappresentanza permanente di Francia presso l’Unione europea, e da Julien Cécillon, consigliere per l’Azione esterna, Europa orientale e Asia centrale, e ha visto la partecipazione di Katerina Pekridou, segretaria esecutiva della Kek per il dialogo teologico.