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Laicità in Francia, la battaglia del ministro dell’Interno contro gli abiti religiosi a scuola

In una lettera inviata ai prefetti lunedì 17 ottobre, il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin ha chiesto sostegno alle scuole che si trovano a dover affrontare casi di violazione delle regole sulla laicità. L’aumento dell’uso dell’abayas o del qamis, le lunghe vesti femminili e maschili tipiche di alcune nazioni musulmane, è un obiettivo esplicito dell’inquilino di Place Beauvau.

Più fermezza di fronte alla proliferazione di abiti religiosi nelle scuole è dunque la richiesta di Darmanin ai prefetti, con l’esortazione a «sostenere la comunità educativa in una reazione necessaria di grande fermezza» di fronte agli attacchi alla laicità nelle scuole che «si sono moltiplicati dall’inizio dell’anno scolastico».

In un telegramma ai prefetti, il Ministro dell’Interno e il Segretario di Stato per la Cittadinanza, Sonia Backès, sottolineano che l’aumento delle «segnalazioni di violazione della laicità dall’inizio dell’anno scolastico è chiaramente il risultato di un’offensiva islamista rivolta ai più giovani, in particolare attraverso l’incitamento a indossare abiti tradizionali».

Domenica, il ministro dell’Istruzione, Pap Ndiaye, ha dichiarato che di fronte a questo fenomeno, la legge del 2004 dovrebbe essere «applicata in modo rigoroso e fermo». Questa legge vieta l’uso di abiti o simboli religiosi vistosi nelle scuole.

Giovedì 13 ottobre, il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato i dati relativi alle violazioni della laicità nelle scuole per il mese di settembre. Questi hanno evidenziato un aumento delle segnalazioni relative all’uso di abiti come l’abaya e il qami.

In totale, il mese scorso sono state registrate 313 segnalazioni e 904 nel secondo trimestre del 2022. Questo dato è in aumento rispetto ai 627 incidenti del primo trimestre del 2022. 

In questo telegramma ai prefetti, Gérald Darmanin insisteva sul fatto che lui e Sonia Backès erano «insieme al Ministro dell’Educazione Nazionale molto attenti a questo argomento». I prefetti sono quindi invitati a fornire «tutta l’assistenza necessaria al personale della comunità educativa minacciato o addirittura aggredito in relazione alla rigorosa applicazione del principio di laicità».

Di conseguenza, hanno aggiunto i ministri, «i dirigenti scolastici hanno il diritto di adottare sanzioni contro gli studenti responsabili di tali comportamenti e di vietare loro l’accesso alla scuola».