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Torino. Donna, vita, libertà

Un corteo ieri a Torino si è mosso in città per ricordare le vittime del Volo PS752 e per esprimere solidarietà alle tante donne e ai tanti uomini che in Iran lottano per le libertà (definita «rivoluzione iraniana»). Dalle 14 centinaia di persone si sono riunite di fronte alla Gran Madre (Piazza Vittorio) per poi dirigersi verso Piazza Castello.

Era l’8 gennaio del 2020 quando il Boeing 737-800 Ukraine International Airlines 752 (decollato da Teheran per Kiev) cadde abbattuto da due missili. Morirono 176 persone. L’11 gennaio 2020 gli iraniani dovettero ammettere di aver colpito per errore il velivolo ucraino. Già allora la censura dei media iraniani fu feroce e generò proteste. 

Per ricordare quel tragico fatto e per sensibilizzare sull’attualità del regime, ieri erano in tanti. Un corteo formato per la maggior parte da iraniani/e residenti in Italia e tante e tanti cittadini uniti nel ricordo e nella denuncia per quanto accade in Iran. Una repressione (alle proteste) imposta dal regime senza precedenti.

Torino con la sua folta presenza è stata una testimonianza corale. Necessità dirimenti: poter vivere in libertà, veder rispettati i diritti civili e umani fondamentali.

«Trentotto persone sono ancora oggi in attesa d’esser condannate, due di loro sono già state uccise – hanno ricordato i giovani promotori iraniani –, per questo i nostri vestiti bianchi intrisi di sangue e la bandiera iraniana sono un simbolo, un monito per ribadire quanto la libertà sia preziosa».

Il corteo è stato accompagnato da slogan e da canti.

Tante le adesioni, dalle associazioni torinesi e piemontesi ai partiti politici, dalle sigle sindacali ai molti attivisti per i diritti umani. Tanti i giovani e gli studenti.

«Siamo oggi qui – ha rilevato ieri Mario Barbaro esponente del Partito Radicale e membro dell’Associazione Marco Pannella – per testimoniare la vicinanza del Partito e dell’Associazione Pannella al popolo iraniano. Questa è la nostra quindicesima manifestazione – ha proseguito Barbaro – con lo slogan “Donna, vita, libertà”. Le precedenti si sono tenute, per la maggior parte, davanti all’Ambasciata iraniana. Lo scorso 10 dicembre, in occasione della Giornata mondiale per i diritti umani, siamo tornati in piazza. Anche oggi siamo solidali con gli organizzatori e con il popolo iraniano e chiediamo che cessino immediatamente le violenze in Iran. Lo straordinario coraggio delle donne iraniane – ha concluso  Barbaro -, ha acceso una miccia irreversibile: una vera e propria rivoluzione non violenta e pacifica. Molte e molti giovani stanno soffrendo le persecuzioni da parte del regime, dunque chiediamo con questa ennesima e partecipata manifestazione pubblica che si arrivi al più presto a una transizione democratica. Questa battaglia dovrebbe investire tutte le donne e tutti gli uomini che credono nella libertà, nella democrazia e nei principi fondamentali dei diritti umani universali».

Alla manifestazione hanno aderito, tra le tante, l’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, +Europa, Radicali Italiani, Italia Viva, Azione, Volt, Possibile, Uaar.