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Vivere nella novità dell’esempio di Gesù

E ora, Israele, che cosa chiede da te il Signore, il tuo Dio, se non che tu tema il Signore, il tuo Dio, che tu cammini in tutte le sue vie, che tu lo ami e serva il Signore, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua?
Deuteronomio 10, 12
Chi osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente compiuto
I Giovanni 2, 5

Intorno alla fine del I secolo d.C., le comunità cui sono indirizzate le tre lettere attribuite all’apostolo Giovanni, che si era ritirato in Asia minore, erano gravemente minacciate nella loro fede da falsi profeti o seduttori che negavano in particolare l’incarnazione di Gesù. L’autore sottolinea alcuni criteri che permettono a ciascuno di stabilire l’autenticità della propria fede. È in gioco la sostanza stessa dell’evangelo che non è una filosofia, una dottrina dai contorni indefiniti: è un fatto che Dio ha compiuto: il dono del suo Figliuolo per la salvezza del mondo mediante il sacrificio della croce.
I primi cristiani furono chiamati “quelli della Via” (Atti 19, 9; 23; 24, 14), quelli cioè che seguivano Gesù Cristo, per camminare com’egli camminò. La fede non è una questione di pura conoscenza intellettuale ma significa stabilire un rapporto personale con Cristo ascoltando la sua parola e mettendola in pratica, comportandosi come egli si è comportato. Non si tratta di virtù, capacità, né di un’opera dell’uomo naturale, ma dell’opera dell’amore di Dio per l’umanità. È Cristo ad offrire la presenza più alta del Dio d’amore. “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3, 16). Conosce veramente Cristo solo chi osserva la sua parola, i suoi comandamenti, i quali si riassumono nell’unico comandamento al contempo vecchio e sempre nuovo dell’amore di Dio e del prossimo. Accogliere questo messaggio significa vivere nella costante novità dell’esempio di Gesù che si rinnova in noi stessi mentre dimoriamo nel suo amore.