arafat-rabin-clinton

Accadde oggi, 4 novembre

E’ la sera del 4 novembre 1995. L’Italia è davanti agli schermi a ridere degli improvvisati artisti che accettano di mettersi alla berlina ne «La Corrida» condotta da Corrado Mantoni. All’improvviso gli schermi si fanno neri e la sigla dell’edizione straordinaria del telegiornale entra nelle case.

Yitzhak Rabin è stato ucciso. Assassinato da un uomo del suo stesso popolo. Rabin è premier in Israele, ed è protagonista di una stagione in cui la pace fra Israele e Palestina sembra per la prima e unica volta veramente vicina. Ygal Amir è un giovane di 23 anni. Fa parte di una organizzazione ultra conservatrice di destra. Questi gruppi vedono come il fumo negli occhi la grande spinta ad una convivenza che pare permeare i due mondi costretti a dividersi un lembo di terra. I loro destini si incrociano in Piazza Re D’Israele a Tel Aviv, il luogo che in quei mesi sta raccogliendo centinaia di migliaia di persone ad ogni manifestazione pacifista. Dopo gli accordi di Oslo della fine del 1993, dopo mesi di trattative segrete fra Rabin e Arafat, il percorso verso una soluzione non conflittuale della questione sembra finalmente possibile (sancita dalla storica stretta di mano davanti allo sguardo del mondo e di un Clinton compiaciuto). Il 1994 sarà l’anno del doppio premio Nobel per la pace, consegnato proprio ai due vecchi protagonisti della politica mediorientale. La destra ebraica si scatena con manifestazioni continue ed atti di forza tutti tesi a minare i fragilissimi accordi raggiunti. Ma come abbiamo detto, un vento nuovo pare soffiare. Pare la volta buona. Ma la pistola di Ygal Amir ripiomba il mondo nell’atrocità della realtà. In piazza scende il gelo. Gli uomini di buona volontà piangono una colomba in un tempo di falchi.