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Sfogliando i giornali del 2 gennaio

01 – Siria, nel 2014 il più alto numero di morti nel conflitto

Il 2014 in Siria è stato l’anno peggiore per il paese, quello con il più alto numero di vittime, oltre 76.000. Il dato, comunicato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani e confermato da numerose fonti, pur senza la possibilità di avere un conteggio preciso e indipendente, descrive l’ulteriore peggioramento delle condizioni di vita delle persone coinvolte nel conflitto, e fa ancora più impressione messo accanto a quello dei profughi e degli sfollati, che hanno superato i 10 milioni nel corso dell’anno appena concluso. I civili che hanno perso la vita in Siria nel 2014 sono poco meno di 20.000, mentre sembra impossibile contare le persone scomparse durante raid e massacri, così come altri catturati dai ribelli per accuse di collusione con il regime.

02 – Egitto, la Cassazione ha deciso per un nuovo processo per i tre giornalisti di Al Jazeera in carcere da un anno

La Corte di cassazione egiziana ha ordinato la ripetizione del processo in cui sono stati condannati a diversi anni di reclusione tre giornalisti della tv satellitare Al Jazeera con l’accusa di aver sostenuto i Fratelli musulmani, movimento politico diventato illegale in Egitto nel 2013. I tre giornalisti, in carcere dal 29 dicembre 2013 in seguito alle condanne confermate nel giugno del 2014, rimarranno comunque in carcere fino alla riedizione del processo, prevista entro la metà di febbraio, nonostante le richieste degli avvocati difensori. L’australiano Peter Greste, il canadese–egiziano Mohammed Fahmy e l’egiziano Baher Mohammed avevano chiesto di poter tornare a casa, dietro il pagamento di una cauzione, in attesa del nuovo processo. «Il caso – racconta il New York Times – ha rilievo internazionale perché Al Jazeera è l’emittente satellitare del Qatar, avversario regionale dell’Egitto».

03 – Israele ha autorizzato la distruzione “punitiva” di case palestinesi a Gerusalemme

La corte suprema di Israele ha autorizzato la distruzione, a Gerusalemme est, delle case di quattro palestinesi, accusati di aver commesso degli attentati contro Israele. La sentenza, che è arrivata nonostante l’appello delle famiglie che chiedevano di ritirare la decisione, conclude un processo avviato a novembre, quando in due attentati erano rimaste uccise sette persone. La decisione è contestata anche da alcuni analisti politici israeliani, perché colpisce donne e bambini innocenti senza avere l’effetto dissuasivo invocato dalle autorità israeliane. Intanto, il 31 dicembre scorso il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen ha firmato lo statuto di Roma, che porta la Palestina ad aderire alla Corte penale internazionale. Questa adesione permette alla Palestina di denunciare Israele per i presunti crimini di guerra commessi a Gaza.

04 – La Corea del Nord disponibile al dialogo con il Sud

Il presidente nordcoreano Kim Jong–un ha dichiarato di essere disponibile a un incontro con il presidente della Corea del Sud. Lunedì 29 dicembre, infatti, il ministro dell’Unificazione di Seoul aveva invitato a riprendere i colloqui per arrivare a un’unificazione pacifica, partendo dal ricongiungimento delle famiglie separate durante la guerra di Corea oltre 60 anni fa. Kim Jong–un nel suo annuncio ha fatto riferimento alla disponibilità di riprendere il dialogo a patto che ci siano «l’atmosfera e l’ambiente giusti», ed ha concluso affermando che Pyongyang farà «ogni sforzo per portare avanti il dialogo e la cooperazione». Gli ultimi colloqui tra i due paesi erano avvenuti lo scorso febbraio, mentre quelli previsti per ottobre erano stati annullati con una decisione unilaterale della Corea del Nord, che aveva accusato Seoul di non fare abbastanza per fermare la propaganda degli attivisti contrari al regime nordcoreano. Ora invece il primo passo per la ripresa dei negoziati potrebbe essere un incontro diretto tra il presidente coreano e la sua omologa sudcoreana, Park Geun-hye.

05 – Il ministro della Giustizia ha deciso: al via il processo italiano contro l’Operazione Condor

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha accolto la richiesta del Tribunale di Roma, che sollecitava il giudizio per 9 imputati responsabili della sparizione di decine di migliaia di persone in 7 paesi del Sudamerica, fissando per febbraio le udienze, dopo che il 13 ottobre scorso era stata preannunciata la volontà della procura di arrivare a un giudizio dopo la chiusura delle indagini, arrivata nel 2011. L’Italia ha quindi deciso di processare alcuni militari che presero parte all’Operazione Condor, che, con l’appoggio della Cia e di Henry Kissinger, portò dittatori di estrema destra e giunte militari alla guida dei principali paesi dell’America del Sud, da Pinochet in Cile a Videla in Argentina, in funzione anticomunista e antisocialista. A partire dall’11 settembre 1973, con il colpo di stato in cui perse la vita Salvador Allende in Cile, fino alla prima metà degli anni Ottanta, nel “Cono sur” scomparvero almeno 30 uomini e donne di origine italiane. Anche l’Italia, quindi, dopo l’Argentina, potrà affrontare questa pianificazione criminale e dare giustizia ai connazionali scomparsi tra sequestri, torture ed esecuzioni sommarie.

Foto: “Jerusalem Dome of the rock BW 14” by Berthold WernerOwn work. Licensed under Public Domain via Wikimedia Commons.